giovedì 12 gennaio 2012

Stefan Zweig

Stefan Zweig, Sovvertimento dei sensi. (Corbaccio)
Titolo ben poco invitante. Roba datata.
Al giorno d’oggi i sensi sono sempre sovvertiti, degli insegnanti pederasti non si meraviglia più nessuno e nessuno si fa un problema a scopargli la moglie, padri che muoiono di crepacuore perché la figlia la dà via si spera che non ce ne siano più, e le signore sposate che lasciano il marito per un uomo più giovane, lifta qua e liposucchia là non sono casi straordinari. Come le vedove molto serie che si fanno una scopata fortemente extra.
Roba datata per lo stile e per il contenuto. Cioè, datata fino a un certo punto, e bisogna intendersi su cosa si vuol dire quando si dice datato. Perché per esempio, Il fu Mattia Pascal che è del 1904, col suo stile ampolloso e professorale mi sembra parecchio più datato di Mastro-don Gesualdo che è del 1889 ma sembra scritto cent’anni dopo. Per non parlare di Italo Svevo e del Manzoni, forse un po’ più moderni delle serpicciole ubbriache di Alberto Moravia.
E così a leggerlo si scopre che il libro è proprio bello, le storie sono raccontate proprio bene e prendono come devono prendere, e fa piacere vedere che ancora una volta, quando si vuol parlare di qualcosa che butta per aria la gente, qualcosa che veramente conta per le persone in quanto esperienze dell’Io e dell’Altro, vedi Maurice Merleau-Ponty, qualcosa che come dice Georges Bataille coglie l’essere nella sua realtà più intima, il turbamento elementare la cui essenza è un disordine che stravolge, il punto in cui il cuore vien meno, si va a finire lì, nel sesso e nei suoi fuochi, oramai sempre più circoscritti e falsificati, ma ancora ben lontani dall’essere spenti.
Così forse invece che datati è meglio dire che questi tre racconti sono un po’ enfatici, ma forse l’enfasi di questo testo viene proprio da qui, che l’argomento era esplosivo, e anche se Zweig l’ha trattato nella maniera meno esplicita che poteva, gli è scoppiato in mano. Il sesso non è mai datato. (bamborino)
Molte sono a questo mondo le opinioni, e una buona metà di esse appartengono a persone che non sono mai state nei guai. (Anton Čechov, Una disgrazia)

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