sabato 25 febbraio 2012

Elliott Perlman

Elliott Perlman, Sette tipi di ambiguità. (Guanda)
Più di settecento pagine e a pag. 20 ti dici che ti dispiace, ti dispiace proprio che questo libro finirà e sarà un altro bel libro finito e di libri così non se ne trovano tutti i mesi. Poi scopri che la struttura narrativa non è la solita, con la storia raccontata e via di fila, ma è una struttura tutta speciale, le cose vengono dette tante volte e sempre in un modo diverso e salta sempre fuori qualcosa di nuovo, e i personaggi sono belli e ben raccontati e c’è sì un momento di caduta ma in settecento pagine si può anche perdonare e tener duro, e va bene anche il finale, qualcuno è rimasto perplesso ma secondo me non era facile far meglio se si voleva spiegare tutto.
A questo punto ho chiuso il libro e mi sono detto ancora una volta bello, proprio bello, e l’ho anche regalato qua e là e sempre con un bel successo. Intanto è passata una settimana, due settimane, mi venivano su da dietro il cervello dubbi  oscuri e mal definiti e aspettavo che lo finisse di leggere anche il mio amico che lavora in banca.
E poi con il mio amico ci siamo trovati come al solito a casa mia di sera e anche lui aveva i suoi dubbi e allora abbiamo deciso che
Uno, il protagonista avrà sì le sue sofferenze esistenziali da intellettuale con altissima opinione di sé ma sostanzialmente è solo un coglione per non dire un cretino pericoloso, innamorato senza via di scampo e per l’appunto come un cretino di una cretina come lui che sì ha sposato un uomo di successo ma poi quando il marito si ritrova povero da un giorno all’altro guarda un po’ che lei un po’ alla volta capisce che i veri valori della vita non si comprano coi soldi,
Due, anche gli altri personaggi non scherzano affatto, e quello che farebbe più la figura dello stronzo tutto sommato è l’unica persona decente e che non se la tira più di tanto,
Tre, l’Autore non si è risparmiato niente, ci ha messo dentro di tutto, tutte le possibili sfighe commoventi dell’infanzia dell’adolescenza e dell’età adulta compreso il povero cane del povero bambino e la prostituta che in fondo è una brava ragazza ed è anche innamorata non corrisposta e ne deve patire di tutti i colori ma proprio di tutti i colori e c’è anche l’immancabile uomo che oramai la sua vita è finita e più o meno si innamora di lei senza scoparla e fa tutto quello che può per aiutarla, più le prevedibili disavventure sodomitiche del giovane debole e sprovveduto che finisce in carcere e altro, di tutto veramente di tutto. Insomma quando il buonismo non si fa sentire pesante ciò accade indipendentemente dalla se non contro la volontà dell’Autore, che come ho detto vuole spiegare tutto, e nella vita qualcosa che non si spiega c’è sempre.
Anche se comunque la catastrofe socioeconomica nella quale ci troviamo a sguazzare ogni giorno di più è raccontata molto bene (ho scoperto da questo romanzo che in Australia e altrove è incorso la privatizzazione dei carceri), e tutto è raccontato tutto sommato con eleganza e anche con una bella potenza, e alla fine malgrado i suoi limiti il romanzo ci ha fatto passare delle gran belle sere. Ma non è un capolavoro. (saposcat) 
Shaving requires attention, even when you don’t dance while you’re at it. (Charles Dickens, A Christmas Carol

1 commento:

  1. Come allettarmi con poco: secondo me è difficilissimo poter dire alle prime pagine di un libro, che già manca. Perciò quando qualcuno lo dice rimango affascinata. Il resto della recensione ha fatto il resto. E mi son segnata il titolo. Grazie :)

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