mercoledì 18 aprile 2012

Jim Holt

Jim Holt, Senti questa. (Isbn)
Sottotitolo, Piccola storia e filosofia della battuta di spirito.
E se per fare la storia delle barzellette non è necessario raccontarne, quando si passa alla parte diciamo così filosofica del libro e alla teoria generale della barzelletta e della battuta di spirito volontaria e soprattutto involontaria, di esempi ce ne sono un sacco, e bellissimi.
Cioè si ride alla stragrande.
Ma alla fine delle risate, magari qualche giorno dopo che si è chiuso il libro, in mezzo alle magistrali barzellette che abbiamo imparato e con cui facciamo figuroni a destra e a sinistra, ci può venire in mente una riflessione sul linguaggio, sulle misteriose e multiformi possibilità di articolazione tra la parola il pensiero e l’emozione, sulla varietà e sulle tensioni formali e di contenuto che si possono trovare nella apparente semplicità di un doppio senso.
Insomma il libro è piccolo e il post è breve, e segnalo che oltre alla storia della barzelletta qui c’è anche la storia della storia della barzelletta, ovvero di coloro che si sono dedicati a raccogliere le barzellette in volumi, e come al solito anche da un libretto così c’è da imparare qualcosa. Come per esempio chi ha inventato lo slogan “Fate l’amore non la guerra”, e che la prima raccolta moderna di barzellette è opera di un umanista italiano. (bamborino)
In un libro sulla battuta di spirito, è giusto che gli errori facciano ridere. Così a pag. 13 abbiamo un comico escatologico, cioè riferito al destino ultimo dell’uomo e del mondo, invece di scatologico, cioè riferito agli escrementi. A pag. 78 il traduttore fa un vero macello, cioè di una battuta che il testo dichiara essere sui gay, mette in nota una spiegazione scacchistica che con l’omosessualità non c’entra niente, probabilmente perché non sa, e dato che Freddie Mercury lo dovrebbero conoscere tutti la cosa mi sembra particolarmente grave e anche questa comica, cioè non sa che in inglese queen oltre che regina significa checca, e a pag. 89 Oscar Wilde viene messo nel XVIII secolo, e le due cose insieme potrebbero far pensare a qualche problema nei confronti degli omosessuali. Fuori dal comico, a pag. 94 c’è un triviale che probabilmente traduce l’inglese trivial, che secondo me forse sarebbe meglio dire banale, perché in italiano triviale ha una connotazione di volgarità che l’inglese trivial non ha, vedi il Trivial Pursuit che credo che anche questo lo conoscano tutti.
Le ragazze carine hanno un effetto deleterio su di me nel senso che ogni parte del mio cervello si chiude fuorché la parte che dice cose di una stupidità incredibile e la parte consapevole che dico cose di una stupidità incredibile. (David Foster Wallace, Il pianeta Trillafon e la Cosa Brutta)

1 commento:

  1. Che palle. Mi inchino alla cultura del Maestro ma, sempre le stesse citazioni e concetti. UFFA.ALIA

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