giovedì 29 gennaio 2015

Yanis Varoufakis


Yanis Varoufakis, Il Minotauro Globale. (Asterios)


Notevolissimo libro sulla crisi economica attuale, notevolmente anche qualcosa di più o meglio parecchio di più.
Innanzitutto è una bella conferma di molto di quel che dicono Jeremy Rifkin in La fine del lavoro e John Kenneth Galbraith in L'economia della truffa, oltre a confermare l’idea già espressa da Niall Ferguson in Ascesa e declino del denaro che tutta la faccenda dei CDO sia stata sostanzialmente una truffa internazionale, aggiungendo l’osservazione che si è trattato oltretutto di un fenomeno nuovo, in quanto invenzione del denaro privato.
Il libro è anche in gran parte, come il libro di Rifkin, una specie di storie economica del XX secolo, ma Varoufakis nel fare una piccola storia della nascita e dello sviluppo del capitalismo parte addirittura dai tempi dei cacciatori-raccoglitori e dall’inizio del problema della gestione delle eccedenze, per andare a finire un passo dopo l’altro nella sostanza di una interessantissima spiegazione del merdaio nel quale ci troviamo.
Cioè Varoufakis dice che a partire dal 1971 le autorità economiche degli Stati Uniti hanno deciso, se non ho capito male, di aumentare intenzionalmente e con generosità sia il deficit di bilancio dello stato sia il deficit commerciale dell’economia americana, facendo pagare il conto al resto del mondo. Una cosa del tipo, sempre se non ho capito male, che gli altri producono, gli Stati Uniti comprano a tutto spiano e pagano in dollari, e i dollari che gli altri hanno guadagnato tornano a casa sotto forma di investimenti a Wall Street e acquisti di titoli di stato americani.
Durante la lettura, non sempre facile lettura almeno per me, avremo imparato che la vittoria di Mao Tse Tung sconvolse i piani americani di fare della Cina il mercato delle merci giapponesi, che la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, la CECA, primo embrione della UE, non è stata un’idea degli europei ma era stata voluta e spinta dagli USA per i loro interessi, ci tornerà in mente la crisi del petrolio e impareremo come mai l’aumento dei prezzi del greggio, che viene pagato in dollari, era andato benissimo agli americani.
E impareremo tante altre cose, dalla fine del Gold Exchange Standard, la parità delle monete con l’oro, agli accordi di Bretton-Woods, a quel che è successo con la crisi del debito del Terzo Mondo, e chi più ne ha più ne metta, fino a come vedeva le cose John Maynard Keynes, e ci sarà spiegato molto bene come la teoria della percolazione, per cui se i ricchi sono sempre più ricchi spendono di più e quindi i poveri se ne avvantaggiano, sia una scemenza completa perché i ricchi sempre più ricchi non spendono niente di più ma investono sempre di più in derivati, ma è sostanzialmente impossibile, almeno per uno come me, riassumere e nemmeno tratteggiare decentemente il contenuto di un libro come questo.
Poi ci sono le proposte di Varoufakis per uscire dal merdaio, e ovviamente non sono in grado di giudicarle, ma credo che sarebbe una buona cosa per tutti almeno sapere di più e farci sopra qualche pensiero.
Il libro io l’avevo letto un paio d’anni fa, e c’avevo lì questo post già pronto e non l’avevo messo fuori perché mi sembrava, e mi sembra ancora, una porcheria, ma adesso Yanis Varoufakis è diventato il ministro dell’Economia del nuovo governo della Grecia e così sono doppiamente contento, per lui e per me che posso mettere fuori subito il post e speriamo in bene. (saposcat)
 
Dal punto di vista editoriale, se riconosco ad Asterios il grandissimo merito di avermi fatto leggere questo libro meraviglioso, non posso tacere della ricca accazzaglia (sic) di refusi e di errori di grammatica e di sintassi che lardellano il testo, né della incredibile mancanza di un indice analitico, fondamentale in un libro di questo genere.




La verità di una storia non dipende dalla sua correlazione con la realtà ma dal suo senso morale. (Christos Ikonomou, Qualcosa capiterà, vedrai)

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