venerdì 23 dicembre 2011

Dante Alighieri

Dante Alighieri, La Divina Commedia. (Hoepli)
Chiudiamo questo giro di proposte natalesche ma comunque valide per i regali di tutto l’anno, con un libro che insomma, oseremmo dire che lo si potrebbe considerare un classico.
Perché non ci vogliamo riferire all’opera in generale, cioè in una qualsiasi delle edizioni in commercio, ma a questa edizione specifica, altrimenti detta dall’editore, edizione minuscola, tanto che il dorso riporta la scritta IL DANTE MINUSCOLO HOEPLIANO.
La dimensione è infatti più o meno quella di un’agendina o per esprimersi con un modo di dire anche questo classico, circa quella di un pacchetto di sigarette.
La carta è stupendamente sottilissima e non bianchissima, ci sono anche i riassunti di ogni canto e le note a piè di pagina, la prima edizione è del 1907 e il libro ha una bellissima copertina d’epoca. Costa anche poco, meno di 15 euro.
E nel caso che oltre a fare il regalo si decidesse di cominciare una rilettura postscolastica dell’opera, ci permettiamo di ricordare che ai tempi di Dante nessuno leggeva in silenzio, e che quindi La Divina Commedia è stata scritta per essere letta ad alta voce.
Così, se ci si mette in due a leggere in questo modo, si scoprirà non senza una certa sorpresa, una certa forte e profonda sorpresa, che il testo risulta molto più immediatamente comprensibile, anche senza fare grande uso delle note, e si potrà godere fino in fondo della formidabile potenza della sonorità ritmica di versi come quello, tremendo, che chiude il Canto V dell’Inferno, “e caddi come corpo morto cade”.
Comprendendo così, nella fisicità intensa del movimento degli organi della fonazione, cosa intende Marshall McLuhan quando dice che la modalità percettiva principale dei tempi che precedettero l’invenzione della stampa a caratteri mobili era uditiva e tattile invece che visiva. (bamborino, allemanda)
È già assai penoso vivere senza le cose che vogliamo noi, ma, accidenti, la cosa che mi fa indiavolare per davvero è di non essere in grado di dare a qualcuno ciò che vorresti lui avesse. (Truman Capote, Ricordo di Natale)

1 commento:

  1. ebbi la fortuna alle superiori di avere un prof che prima di commentare, spiegare, glossare, i brani della Divina commedia, ce li recitava. Pensa che durante le sue performance si poteva uscire dall'aula...ma restavamo tutti: letteralmente ammaliati. Essì il testo era nato per essere detto più che letto!

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