giovedì 22 dicembre 2011

Mirjam J. Foot

Mirjam J. Foot, La legatura come specchio della società. (Edizioni Sylvestre Bonnard)
Ecco un regalo sbalorditivo e strabiliante.
Che chi lo riceve non solo non se l’aspetta, ma per bibliofilo e bibliomane che sia con ogni probabilità non sa nemmeno che esiste.
Storia della legatura, in realtà storia della legatura decorata precapitalistica, cioè dei tempi in cui di libri ce n‘erano pochi e avevano copertine di cuoio e oro e pietre preziose e smalti, o di tessuti pregiati e artisticamente ricamati, fabbricate da artigiani famosi per committenti ricchi e potenti, e a volte l’artigiano lavorava in un rapporto così stretto con il committente, da andare a compiere l’opera a casa sua.
Non è una lettura entusiasmante, ma porta a una riflessione su come siano cambiate, in quest’epoca di capitalismo agonizzante, le differenze tra i ricchi e i poveri, o meglio tra i ricchi e la popolazione generale.
Cioè i ricchi una volta non lavoravano, e adesso lavorano.
E facevano una vita radicalmente diversa da quella dei poveri, per esempio un tempo se andavi da Milano a Torino con un carretto senza sospensioni e tirato da un cavallo arrivavi mezzo morto, per non dire se ci andavi a piedi, mentre se ci andavi con una carrozza di lusso tirata da quattro cavalli e con le sospensioni e i sedili imbottiti era decisamente un’altra cosa e arrivavi molto prima.
Mentre adesso tra una Panda e una Mercedes la differenza non è poi così profonda, e tutte e due non vanno a più di 130.
Per non dire che pochi anni fa l’aereo era un privilegio per pochi, mentre adesso non si fa che svolazzare di qua e di là.
E i ricchi una volta avevano i libri con le copertine che erano pezzi unici, mentre adesso i libri che abbiamo in casa, ricchi o poveri che siamo, sono tutti uguali, e gli eBook saranno perfino ancora più uguali degli altri.
E allora a cosa serve, che pochissime persone abbiano tutti questi soldi. A cosa serve in generale, e soprattutto, a cosa serve a loro. (moll)
Gli impulsi ereditari, le esperienze personali e i libri: queste sono le tre forze che creano l’uomo. Il solo pensare ai libri e il solo parlarne, è una cosa positiva in sé, qualunque sia l’esito. (Arthur Conan Doyle, Oltre la porta magica)

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