lunedì 12 dicembre 2011

Rivoluzione in cucina

Rivoluzione in cucina. (excelsior 1881)
Sottotitolo, A tavola con Stalin: il libro del cibo gustoso e naturale.
Un libro di ricette non può che essere un regalo graditissimo in ogni occasione. Ma questo è un libro di ricette affatto speciale, perché è stato per decenni il ricettario più diffuso nell’Unione Sovietica, e l’esposizione delle ricette con numerose illustrazioni è preceduta da un apparato introduttivo veramente pregevole, che tratta diffusamente l’atteggiamento del marxismo-leninismo nei confronti della cosiddetta cultura in generale e della letteratura in particolare.
Da questo, e dall’introduzione all’ultima edizione sovietica del libro, si ha modo di vedere cos’era un regime che, come dice Harold Innis in Empire and Communications (prossimamente in questo blog), dava la massima importanza al tempo. Tuttavia il regime sovietico univa all’enfasi sul tempo un’enfasi sulla centralizzazione, e in questo potremmo vedere uno di quei fattori di squilibrio di cui parla Innis. Mentre appunto il capitalismo occidentale trovava i suoi fattori di squilibrio nel porre l’enfasi sullo spazio e sulla decentralizzazione.
Il che ci permetterà, da un libro di cucina, di iniziare una riflessione su quel che fu il XX secolo, e su quello che sta succedendo adesso. Mentre ci ingozziamo di bořš, di sosiska, di čeburek. (bamborino) 
Il marxismo-leninismo e i regimi politici realizzati nel suo nome prendono la letteratura sul serio, terribilmente sul serio. Proprio al culmine della battaglia condotta per la propria sopravvivenza dalla rivoluzione sovietica, Trotskij trovò modo di affermare che "l'evoluzione dell'arte è la prova più alta della vitalità e del significato di ogni epoca". Stalin stesso giudicò essenziale aggiungere alle proprie voluminose dichiarazioni strategiche ed economiche un trattato sulla filologia e sui problemi del linguaggio in letteratura. In una società comunista il poeta è considerato una figura essenziale alla salute del corpo politico. Tale considerazione si manifesta in maniera crudele nell'urgenza stessa con cui l'artista eretico è costretto al silenzio o viene perseguitato fino alla rovina. Tale preoccupazione costante per la vita della mente basterebbe da sola a distinguere l'autocrazia marxista da altre forme di totalitarismo. Fucilare un uomo soltanto perché non si condivide la sua interpretazione di Darwin o di Hegel è un tributo sinistro alla supremazia delle idee nelle cose umane - ma pur sempre un tributo. (George Steiner, Il marxismo e il critico letterario, in Linguaggio e silenzio)

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