lunedì 6 febbraio 2012

David Means

David Means, Episodi incendiari assortiti. (minimum fax)

Dodici racconti sulla morte.
Sulla morte come fatto e sulla morte come pensiero. Sulla morte evitata e sulla morte incontrata, attraversata, aspettata. La morte nella nostra vita e la morte nella vita degli altri. La morte certamente, la morte forse, la morte prima, la morte dopo, la morte sempre. La morte che palpita dentro di noi un giorno dopo l'altro. I colori gli odori i silenzi i rumori la voce della morte.
Un uomo che cammina a piedi nudi lungo la ferrovia, una voce che grida parolacce in una corsia d’ospedale, un secchio appeso nel buio.
E la vita è lì, che si avvolge attorno alla morte, l’aspetta, le scivola sopra e le scorre sotto sperando che dalla morte le arrivi qualcosa che possa somigliare a un minimo di senso.
A metà, dopo sei racconti, un intermezzo breve sulla bellezza della vita e dell’amore.
Le descrizioni d’ambiente sono rare, sempre brevissime e terribilmente intense, come se fossero solo sottolineature dei pensieri e delle emozioni, in una scrittura che ha la precisione dei numeri e la morbidezza del respiro.
Un capolavoro indimenticabile. (bamborino)



I sentimenti sono sempre ridicoli, specie quando capitano in mano a degli incompetenti. (Elfriede Jelinek, La pianista)

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