mercoledì 22 febbraio 2012

Italo Svevo

Italo Svevo, Novella del buon vecchio e della fanciulla. (Pubblico Dominio)
Storia molto semplice. Un vecchio ricco s’incapriccia di una fanciulla povera, la invita a casa sua, le offre del denaro di cui la fanciulla è ben contenta, e i due si mettono a scopare con regolarità. Fin qui tutto bene e niente di straordinario nemmeno dal punto di vista stilistico.
Ma Italo Svevo non è scrittore da poco, e per quel che mi riguarda, se tanti anni fa avevo trovato che La coscienza di Zeno era un’opera sostanzialmente irrilevante, di Una vita e di Senilità penso che siano due capolavori.
Quindi in questa storiella ci sono delle particolarità, che possono offrire spunti di riflessione.
Innanzitutto si potrà notare che la pratica di scopare tra giovani e vecchi con l’interposizione del denaro, pratica considerata mostruosa dalle migliori menti (sic) della sinistra italiana (vedi nel blog Sofocle, Antigone), come si è sempre saputo è pratica antica e ben consolidata, e se non scandalizzava Italo Svevo si potrebbe anche evitare di parlarne tanto, che altrimenti si rischia di vietare Madame Bovary e di autorizzare solo la lettura di I promessi sposi e Cuore.
In seguito si potrà notare che il vecchio si pone fin dall’inizio su un piano meta rispetto a tutta la faccenda, che per lui è oggetto di pensiero e di riflessione fino al punto in cui, dopo vicende di cui taccio per non rovinare la lettura, dalla semplice riflessione sui fatti passa a un’esplosiva riflessione su sé stesso, ovvero acquisisce la pienezza della coscienza.
Che volendoci rivolgere a profondità filosofiche che vadano al di là dello scopare in allegria, allegria comunque preclusa ai pensatori della sinistra, una sinistra sempre più spaventosamente sinistra, in queste profondità troveremo ancora una volta il senso intenzionale della coscienza, che si sviluppa anche in questo racconto a partire dal riconoscimento dell’Altro.
Riconoscimento dell’Altro che secondo me trova nell’amore e nel sesso uno dei suoi momenti fondamentali. (bamborino)
Una cosa importante da dire sull’edizione. Che forse lo sanno già tutti.
I libri di Pubblico Dominio sono le opere scaricabili gratuitamente dal Kindle Store di Amazon. Grandi classici scaricabili gratuitamente nel proprio computer e nell’iPad e nell’iPhone e nell’Android anche da chi non possiede un Kindle, e scaricabili in diverse lingue. E per ogni lingua, la prima volta che si evidenzia una parola per chiedere il significato, parte il download del dizionario che poi rimane installato stabilmente, che per l’italiano è lo Zingarelli e per l’inglese è l’Oxford Dictionary of English, che non è l’OED ma è comunque ben più grosso del Concise. E quando cliccate su una parola salta fuori la sua bella definizione.
Inoltre, si può scegliere la dimensione dei caratteri, la quantità di parole per ogni riga, e il colore della pagina, bianco nero o seppia.
Insomma, con il sempre più incisivo lavoro di Internet per istituire una condizione di monopolio della conoscenza (vedi nel blog Harold Innis, Empire and Communications), ci sarà chi in metropolitana utilizzerà il telefono per attaccarsi a Facebook e chi ci leggerà Le neveu de Rameau.
E come dice il Vangelo secondo Matteo, “A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”.
La vita, invece di essere un film vietato ai minori di diciotto anni, o anche solo ai minori di quattordici, in realtà il più delle volte non arriva nemmeno a essere distribuita nelle sale. (David Foster Wallace, Verso Occidente l’Impero dirige il suo corso)

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