mercoledì 4 aprile 2012

Elia Kazan

Elia Kazan, Il compromesso. (Mattioli 1885)

Grande libro e anche grosso, più di cinquecento pagine. Lo vedi lì in libreria sullo scaffale e ti dici ma pensa te, Elia Kazan aveva scritto un romanzo e non lo sapevo, vediamo che roba è, e la storia parte subito come un missile, avevo in programma altre letture ma Il compromesso mi ha sballato tutto e l’ho cominciato subito e me lo sono anche letto in fretta.
In evidenza subito, che Elia Kazan ha scopato tanto e ha scopato bene, cioè con gusto sensibilità e attenzione, in un ambiente come quello del cinema americano dove mi sa che fare un tanto al chilo è la regola. Poi, la storia potrebbe sembrare un po’ banale se non addirittura molto banale se non addirittura prevedibile e scontata, anche nel senso che l’Autore si può dire che non s’è risparmiato niente e di quel che può fare un effetto un po’ da polpettone o da feuilleton qui c’è n’è d’avanzo, e qua e là per tutto il libro c’è un sacco di roba che si potrebbe tacciare di maschilismo pesante. Oltre al fatto che non mancano momenti non dico proprio di stallo (perché dopo non si precipita mai anche se il protagonista ha l’hobby del volo), ma perlomeno di pausa narrativa, bellissimi comunque, ma che forse potrebbero essere tolti e il romanzo non cambierebbe un gran che.
Ma in fondo dobbiamo tenere presente che la nostra vita comunque è sempre abbastanza banale e spesso prevedibile e scontata e quanto al feuilleton se vogliamo anche Shakespeare in Amleto ci mette dentro di tutto ma non è che per questo Amleto è esattamente quel che si dice un polpettone, e il maschilismo di Elia Kazan potrebbe essere considerato il modo di vedere il mondo di uno che per le donne è evidentemente sempre andato matto, e che le ha sempre considerate innanzitutto dal punto di vista del letto, cioè mettere questo aspetto della vita in primo piano, e lasciarsi trasportare da questo meraviglioso aspetto della vita, in un mondo che in primo piano mette sempre i soldi, questa non mi sembra una cosa poi tanto sbagliata. E quanto alle pause del ritmo narrativo, dopo che sono state superate ci si rende conto che in realtà più che interruzioni di ritmo sono eccessi di ricchezza emozionale. (saposcat)



Scopare è una cosa così intima, è un prodigio che la gente abbia il coraggio di farlo ma è anche vero che non ci si pensa prima, non ci si pensa affatto. (Joyce Carol Oates, Per cosa ho vissuto)


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