venerdì 6 aprile 2012

Noam Chomsky

Noam Chomsky, 11 settembre dieci anni dopo. (il Saggiatore)
Modesta operazione editoriale volta al drenaggio di qualche euro sfruttando un nome famoso e ristampando, per l’appunto dieci anni dopo, quel che il famoso aveva detto poco dopo l’atroce e criminale demolizione controllata delle Torri Gemelle ad opera non si sa ancora di chi. E s’intende che il libro era uscito appunto per tempo, nei giorni adatti della commemorazione, e in quei giorni l’avevo letto ma mi è sembrato più giusto aspettare un po’ a parlarne, tanto per non correre dietro alla cronaca. Questo è solo un povero blog e non un giornale che va a caccia di lettori. 
Così se per ulteriori approfondimenti sul crimine della demolizione controllata rimandiamo a 11 settembre di David Ray Griffin (vedi nel blog) oltre a tutto il resto che si può trovare in Rete, questo raccolta di vecchie interviste a Noam Chomsky può essere molto interessante per chiarirsi le idee sul terrorismo in generale, e più in particolare sulla politica terroristica che gli Stati Uniti portano avanti senza interruzione a partire dalla presidenza di quel sant’uomo che fu John Fitzgerald Kennedy, terroristica sulla base della definizione di terrorismo dell’Immigration and Nationality Act qui nel libro riportata in appendice.
Così saremo meglio informati sull’aiuto che gli Stati Uniti hanno dato ai talebani quando gli faceva comodo, sull’aiuto dato sempre dagli Stati Uniti a Turchia e Iraq per lo sterminio dei curdi, sull’aiuto dato dagli Stati Uniti ai difensori della libertà in Cile, vedi 11 settembre 1973, e in Nicaragua, e a proposito dello scontro tra civiltà potremo riflettere sugli atti terroristici compiuti da questi difensori della fede nei confronti della Chiesa Cattolica in America Latina.
Ci verrà anche ricordato l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della risoluzione dell’assemblea generale dell’ONU contro il terrorismo del 1987, ci verrà fatto notare che né il Nicaragua né il Libano pensarono mai che bombardare New York o Washington fosse una legittima risposta agli atti terroristici che avevano subito e soprattutto potremo aggiungere a questa collana di imprese una gemma particolarmente splendente e su cui siamo stati informati poco e male, cioè la faccenda di Al Shifa,
E  Noam Chomsky ci fa anche notare l’amara comicità del vezzo statunitense di dare alle armi nomi, come Apache, delle vittime dei loro stermini, che è come se i nazisti avessero chiamato i loro aerei  Zingaro o Ebreo.
Alla fine potremo fare una riflessione sugli interventi umanitari in corso in Afghanistan, e ci potrà venire il dubbio che dietro a tutto ci siano sì diversi interessi di diversi gruppi di persone, ma soprattutto che ci sia l’interesse a tenere vive e copiose le spese militari, che tra parentesi hanno il loro bel peso nel debito pubblico di tutti gli stati e di cui parla ampiamente anche John Kenneth Galbraith nel suo L'economia della truffa. (blifil)
C’è l anotizia a pag. IX, a pagina XXVI la mancanza un articolo rende casuale la sintassi di una frase.
La sola risposta pratica alla bufera di banalità e di propaganda consiste nel riuscire a controllarla per mezzo di un attento esame. (Marshall McLuhan, La sposa meccanica)

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