martedì 19 giugno 2012

Cynthia Ozick


Cynthia Ozick, Lo scialle. (Feltrinelli)
Cynthia Ozick l’ho scoperta qui e sono stata risucchiata nella vertigine breve che non smette di graffiare e di tagliare di questa continua punteggiatura di immagini acute e dure come spilli, di una bellezza bruciante rapidissima e precisissima, in una storia che si sposta tra il dolore del ricordo e la follia comprensibile del presente fastidioso.
Essere nel libro e nella storia come essere Rosa Lublin, guardare come avere i suoi occhi, andare in giro per le strade calde di Miami in mezzo ai vecchi in pensione, muoversi e parlare con lei, nei suoi passi e nei suoi pensieri.
Meno di settanta pagine, molta più emozione ininterrotta di quella che ci si può aspettare, e alla fine ero provata, spossata.
Libro piccolo e miracoloso. (moll)
A pag. 21 c’è paradontiti, che sarebbero improbabili infiammazioni dei paradenti, invece di parodontiti, infiammazioni del parodonto.
Volevo trovare una legge che comprendesse tutto il creato, trovai la paura. (Anne Carson, Solo per il brivido)

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