mercoledì 6 giugno 2012

Silvio D’Arzo


Silvio D’Arzo, Casa d’altri e altri racconti. (Einaudi)
In una terra di montagna misera e oscura una donna poverissima pone a un giovane prete quello che Albert Camus definisce l’unico problema filosofico veramente serio. E il prete non ha una risposta.
Resta poco da dire, e la lavandaia con la capra ce la ricorderemo per tutta la vita.
Se tutti i racconti di questo libro sono bellissimi, Casa d’altri e Due vecchi sono tra le opere che portano la letteratura italiana del Novecento in quella stratosfera dove si sta in orbita con Čechov e con Proust. (moll)
La mia è arte assenteista: vale a dire, nelle mie opere manca sempre qualcosa. (Totò, in Totò cerca moglie di Carlo Ludovico Bragaglia)

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