martedì 31 luglio 2012

Elizabeth Pisani

Elizabeth Pisani, La saggezza delle prostitute. (Isbn)
Qui tutti se la prendono col Papa, ma in realtà il principale nemico, in termini di soldi e di pressioni, dell’uso del preservativo come mezzo per impedire il contagio da HIV è stato il governo degli Stati Uniti, paese dove tra l’altro prosperano associazioni in cui ragazzi e ragazze fanno promesse scritte di arrivare vergini al matrimonio.
E pochi sanno come vengono spesi, cioè buttati via soprattutto in stipendi di funzionari, i soldi delle nostre tasse per gli aiuti sanitari ai paesi sottosviluppati, come pochi si rendono conto dei legami tra la politica e la cosiddetta scienza e di come la manipolazione delle statistiche sia un’attività diffusa dappertutto.
Queste sono alcune delle cose che si scoprono con questo libro, che attraverso la storia dell’epidemia di HIV e degli sforzi per combatterla ci porta in giro per l’Africa e per l’Asia tra bordelli strade malfamate e locali equivoci, ma anche in mezzo a mille cose della vita quotidiana di gente che in un viaggio non si potrebbe mai incontrare. Il tutto è attraversato da un balletto di statistiche e di numeri che Elizabeth Pisani riesce a trasformare in avventure sempre nuove con personaggi sempre vivaci e gustosi.
Insomma una gran bella lettura, che non viene guastata dal fatto che l’Autrice, il cui libro peraltro non si occupa di questo, non si sogna nemmeno di farsi qualche domanda sul mai scientificamente dimostrato legame tra HIV e Aids (vedi Peter Duesberg). (moll)
Mi domando anche in questo caso perché l’Aids, che è una sindrome o una malattia, si trovi a essere una parola maschile, mi domando perché chiamare poster i manifesti, faccio notare la mancanza di un non a pag. 61, a pag. 190 un su al posto di a, ma soprattutto sono sbigottito dalla ridicola traduzione del titolo, che da The wisdom of whores (puttane) è diventato La saggezza delle prostitute, sarebbe bello sapere perché. 
Nella vita viene il momento in cui brutto e bello svolgono più o meno la stessa funzione, quando tutto ciò che guardi altro non è che un gancio a cui appendere le sensazioni scomposte del corpo, e i brandelli della mente. (Alice Munro, Il ponte galleggiante)

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