venerdì 6 luglio 2012

John King


John King, Smaltimento rifiuti. (Guanda)
Mr. Jeffreys è il cattivo e si fa odiare fin dalle prime pagine. Però non mi piaceva molto neanche Ruby la buona.
Avevo la brutta sensazione che tutto fosse stato già scritto in quell’inizio confuso senza capo né coda. Leggevo e ogni poco avevo voglia di chiudere il libro, scritto bene ma noioso. A metà però ho ricevuto il premio per il lettore più stanco. In un paio di pagine c’era il perché, il senso della storia e della lettura. 
Era una delle scene di sesso più forti che avessi mai letto. Per chiamarlo sesso, perché non era il solito scopare, né un rapporto orale o sodomitico ma il racconto dettagliato di una cosa schifosa fatta in un modo schifoso. Ed eccolo lì Mr. Jeffreys in tutta la sua normalità. Non un prevedibile scontato viscido psicopatico, ma uno qualunque, uno con cui ogni giorno tutti hanno a che fare. E così i conti tornavano.
Nel thriller lento e un po’ noioso scoppiava come una bomba la realtà di tutti i giorni, dove tutti si permettono di trattare gli altri come bestie e se ne compiacciono, e godono. E poi gli altri, i pochi e silenziosi che devono ingoiare senza lasciarsi scappare una goccia. Ecco lo schifo in cui viviamo, dove si ci sono i buoni e i cattivi ma anche quelli che come fantasmi ingoiano in silenzio, pagano per tutti e permettono agli altri di vivere felici e contenti. (alia)
Quello che si chiama esistere, da noi, consiste in realtà solo nell’essere in regola. (Romain Gary, Mio caro pitone)

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