venerdì 20 luglio 2012

Wilhelm von Humboldt


Wilhelm von Humboldt, Sulla religione. (UTET)
Questa cosa piccola ma buona di Humboldt (1767-1835), che si trova nella raccolta dei suoi Scritti filosofici pubblicata da UTET, può essere considerata una delle tante opere filosofiche in cui la mentalità tipografica dell’Illuminismo inneggia alla libertà di pensiero e a quanto vi è di più valido nell’individualismo, inteso come punto di forza dello spirito libero. Niente di straordinario quindi, anche se in questi tempi di asservimento all’ideologia pubblicitaria e al pensiero (sic) giornalistico e televisivo, di leggere roba di questo genere non se ne ha mai abbastanza.
Ma Sulla religione non è solo questo, e c’è qui una bella osservazione sul dubbio, che secondo me è un elemento indispensabile delle fatiche per la ricerca della verità e per il miglioramento delle nostre conoscenze.
Cioè Humboldt dice che i risultati, in questa ricerca, sono meno importanti per il ricercatore che per il credente, e quindi i dubbi sono tormentosi solo per chi crede, e non per chi si limita a svolgere la propria ricerca razionalmente.
Mentre colui che veramente ricerca è rallegrato dal fatto che le sue facoltà intellettuali possano trarre vantaggio dalla visione di errori che prima gli rimanevano nascosti, i dubbi suscitati dalla sua ragione, dice Humboldt, tormentano il credente.
E io aggiungo, il credente di qualsiasi genere, il credente in una religione come il credente nel marxismo o nel liberismo o nel padanismo.
Anche se, come dice Philippe Godard in Contro il lavoro, i presupposti ideologici sono sempre rassicuranti per chi li professa. (bamborino)
Peccato che a pag. 99 ci sia gli al posto di le.
Non si possono dettare scientificamente norme alla vita. (Georges Canguilhem, Il normale e il patologico

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