domenica 19 agosto 2012

Mario Vargas Llosa


Mario Vargas Llosa, I cuccioli. I capi. (Einaudi)

I capi è una raccolta di racconti giovanili, tesi tra la speranza e le domande, orrori e momenti in cui l’orrore sembra che potrebbe anche non esserci, solitudini e solidarietà attesa e trovata, i sorrisi e le disillusioni di tutti i giorni e di tutti gli anni e di tutte le esistenze. Lo stile è semplice e pieno di forza, ogni racconto è stracarico di immagini di odori e di suoni e di gesti, vita piena e solida, vita vera.
I cuccioli è Vargas Llosa in pieno, una storia tremenda raccontata con un cambio continuo tra la prima e la terza persona, che prende lo stomaco da subito e non molla mai, discorso diretto e discorso indiretto mischiati in una narrazione tutta di movimento, dove la vita del protagonista è orribile e finisce in un modo orribile ma nel finale, grandissimo finale da grandissimo racconto che dopo averti portato dove voleva ti lascia lì spezzato in due, nel finale si apre lo spazio di un dubbio spaventoso e ti domandi che differenza c’è, tra una vita di dolore e una vita normale.
Vargas Llosa scrive come scrivono in pochi e sarebbe da leggere tutto, ma almeno questo libro così piccolo e così intenso non fatevelo mancare. (bamborino) 




Che il diavolo mi fulmini, se non vale la pena per un uomo essere nato, non fosse che per pigliar sonno. (Herman Melville, Moby Dick)

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