mercoledì 22 agosto 2012

Pierre Boulle


Pierre Boulle, Storie perfide. (Liberilibri)

Scrittore poco noto Pierre Boulle, ma ha scritto i romanzi da cui sono stati tratti Il ponte sul fiume Kwaï e Il pianeta delle scimmie.
Qui ci sono sei storie raccontate di notte da un vecchissimo sacerdote della religione del Dubbio, che si incontra con uno scrittore in cerca di ispirazione. Ambientazione vagamente fantastica, ma non più di tanto.
Nelle storie c’è sempre qualcosa che non va come doveva andare, o forse va proprio come doveva andare. E forse il dubbio è proprio questo.
Lo stile ha qualcosa di fortemente settecentesco, ogni racconto è tutto sommato un bel momento di vacanza dagli affanni quotidiani, e ci si può trovare qualche notevole spunto di riflessione sul mondo e sulle possibilità della vita, che spesso sembrano possibilità ma poi a ben guardare sono più che altro formidabili ineluttabilità.
Un po’ come succede, su un livello diverso, in Il patrizio di John Galsworthy.
Segnalo il notevolissimo L’angelico signor Edyh che ripercorre quasi parafrasandolo e ribaltandolo il famoso Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (Edyh è Hyde al contrario) e l’ancor più notevole Servizio Compassione che dice quasi tutto quello che c’è da dire sulle psicoterapie e sugli psicoterapeuti. (bamborino)

C’è un solo refuso, dettegli invece di dettagli a pag. 163. Per il resto, fa piacere trovare una volta tanto grafia invece di calligrafia per intendere semplicemente la scrittura e non una scrittura di particolare bellezza, e fa piacere la raffinatezza di scrivere vénti per intendere il fenomeno meteorologico invece del numero, e perdóno per non far confusione con il verbo. Quindi è particolarmente irritante trovar scritto thè, che chissà da dove salta fuori, perché in francese è thé, e in italiano è tè, che per quel che mi riguarda personalmente mi rifiuto perfino di bere la roba che riporta questa scritta, thè, sull’etichetta. Inoltre, protesto anche per il confort, perché in italiano di solito si usa la parola inglese, comfort, e qui è passata la parola francese probabilmente perché era così nel testo originale.




Hai un carico di verità
e compratori da trovare,
e, sgobbando dieci giorni,
miracolo se li riesci a scovare.
Hai dieci carichi di bugie da smaltire,
nemmen d’un giorno hai bisogno:
ché ognuno s’affretta a comprare!
(Chin P’ing Mei)

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