martedì 18 settembre 2012

Kary Mullis


Kary Mullis, Ballando nudi nel campo della mente. (Baldini Castoldi Dalai)

Se in un capitolo sulla fisica dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, nell’esprimere il proprio atteggiamento critico l’autore fa osservare che ci sono ancora cose di medie dimensioni che vanno in giro spingendo carrelli di supermercato che contengono tutti i loro averi e che varrebbe la pena di occuparsene invece di occuparsi dei quark e dei muoni, ebbene secondo me anche solo per questo il libro merita una lettura.
Kary Mullis ha preso il premio Nobel per la chimica nel 1993 con l’invenzione di un metodo che ha sconvolto la ricerca biologica per gli anni a venire, si è dedicato sempre con profondo entusiasmo al proprio lavoro, alle donne, all’alcol e alla droga e questo libro è una specie di autobiografia ideologica e di saggio di critica sociale, che tocca una serie di campi di assoluto rilievo per la vita di tutti.
Dalla burocrazia alla politica al senso della ricerca biologica, dal sesso all’alcol all’astrologia all’andamento della giustizia nei processi penali, fino alla posizione sociale della droga dagli anni Cinquanta a oggi, con una storia incredibile di trasmigrazione di corpi astrali che gli ha salvato la vita.
E dato che è uno scienziato, Mullis comincia la sua critica politico-sociale raccontando come, da studente, si vide pubblicato dalla importantissima rivista «Nature» un articolo di scemenze sul fatto che metà della materia dell’universo andava indietro nel tempo, che aveva scritto sotto l’effetto di svariate droghe. Traendo da questo episodio una serie di riflessioni su chi ci governa e come.
Ma naturalmente il pezzo più interessante del libro è quello sulla battaglia in cui si è impegnato con Peter Duesberg contro le multinazionali farmaceutiche per sostenere che il rapporto tra AIDS e HIV è una balla per far soldi, e qui racconta anche quello che è successo a Duesberg, che era stato il primo a indicare la possibilità che i virus avessero a che fare con il cancro, che poi ha detto ha tutti che le cose non stavano così e gli altri ricercatori, ormai impegnati in programmi di ricerca inutili quanto ben remunerati, l’hanno semplicemente emarginato, per riciclarsi poi comunque negli studi su retrovirus e HIV. Ovvero come i ricercatori si guadagnano da vivere. E giustamente Mullis aggiunge al discorso l’altra balla (vedi Ascesa e declino della medicina moderna di James Le Fanu), quella del colesterolo, che adesso è arrivata anche ai beverini da supermercato.
Insomma, ci mettiamo anche il finale sul libero arbitrio e il risultato è quello di un libro che si legge con grandissimo piacere dall’inizio alla fine e che ci fa conoscere un personaggio straordinario e ci lascia addosso un sacco di idee nuove sulla storia recente e sulla scienza e sull’organizzazione politica economica e sociale del mondo in cui ci tocca vivere, e che ci può anche far venire in mente qualcosa su come si possa riuscire a sopravvivere cercando sempre di ragionare con la propria testa. (blifil)

Lasciando perdere alcune piccolezze, segnalo a pag. 164 una vena portale, che in realtà si chiama vena porta, e mi domando cosa ci vuole a informarsi, quando si traducono termini tecnici. 




Ci si disfa di una nevrosi, non si guarisce di sé. (Jean-Paul Sartre, Le parole)

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