lunedì 12 novembre 2012

Veronique Ovaldé


Veronique Ovaldé, Gli uomini in generale mi piacciono molto. (minimum fax)

Ci sono donne che pur di farsi una scopata accettano qualsiasi tipo di umiliazione.
Attenzione però, non a letto. Accettano uomini per cui il cartellino di schifoso è una decorazione. Sono donne coscienti di questa lurida dipendenza.
Ci sono donne con doppie, triple, quadruple vite. Guardano gli altri sentenziare pomposi su sentimenti e rapporti. Parlano e ridono, ma in realtà sono da un’altra parte, perse nella loro vita.
Il prezzo di questo non esserci è il buttarsi via, con chiunque e nel modo più orribile possibile, senza che quelli normali se ne accorgano.
Ecco cosa racconta questo librino con in copertina un’orsetto rosa shocking. Il titolo e quel colore così sgargiante dovrebbero mettere sull’avviso che il libro non è adatto alle anime candide e ai letterati di professione. 
La storia è banale: giovane fanciulla dalla vita sfortunata si ritrova a pensare al futuro con la coscienza che se non sei capace di ucciderti sul serio allora devi morire un po’ per volta. E nel librino c’è tutto: l’amore, le romanticherie, il sesso, la droga, il carcere, la politica, i buoni e i cattivi. Tutto è in superficie, tenuto a galla dal senso delle parole usate senza fronzoli.
Poche pagine da leggere veloce sperando in un finale non scontato che invece c’è e rovina tutto. Se volete è un romanzetto rosa imbevuto di un goccio di noir che avrebbe meritato un finale alla Philip Dick e invece si perde nel riscatto finale dell’eroina.
Da leggere in ogni caso per rendersi conto di come anche la letteratura francese si trovi in brutte acque, anche se non sono scesi così in basso da meritarsi di essere massacrati a colpi di spazzola. (alia)




Questo è un mondo di malattie, che peggiorano progressivamente. (Philip K. Dick, Un oscuro scrutare)

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