domenica 2 dicembre 2012

Alfred Jarry


Alfred Jarry, Messalina. (Giunti)

Sottotitolo, Romanzo dell’antica Roma.
Così, data la parola magica, romanzo, e il nome del geniale creatore del bastone da merdra, il libro me lo sono comperato appena l’ho visto, e quando è venuto il suo momento l’ho anche letto.
Corredata da un imponente apparato di note, la storia è insipida e noiosa, scritta in uno stile declamatorio insopportabile, e alla traduttrice e curatrice Brunella Eruli mi permetto di fare l’obiezione che il Claudio di questo romanzo (sic) non è affatto un imperatore patafisico, perché se la patafisica, come dice Alfred Jarry, è una scienza di recente invenzione di cui si sentiva molto la necessità, credo che proprio nessuno possa aver mai sentito né sentirà mai la necessità di questo Claudio e di questo romanzo.
Che non è un romanzo ma una penosa sparata intellettualistica per fortuna breve ma comunque fin troppo lunga, e che a differenza dell’Ubu re credo resterà nella storia di Alfred Jarry ma non nella storia della letteratura. (bamborino)

A parte un essa a pag. 110 che secondo me era meglio ella, e a parte la frequente mancanza dello spazio dopo le virgole, l’unico refuso vero e proprio è nella scrittura in greco del nome di Plutarco, a pag. 59 nell’epigrafe del IV capitolo della Parte Prima, con una Η invece di Π.




Nessun piacere è paragonabile alla lettura. Ci si stanca di tutto, ma non di leggere. (Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio)

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