mercoledì 28 novembre 2012

Kevin Canty


Kevin Canty, Tenersi la mano nel sonno. (minimum fax)

Undici racconti di atmosfera tranquilla, undici storie di fatti normalissimi.
Ma in qualche modo nel fatto normalissimo c’è tutte le volte qualcosa che non va, uno scarto piccolissimo rispetto a come va di solito quella cosa, e il piccolo scarto è quella infinitesima deviazione del movimento di un atomo dalla sua traiettoria, il clinamen che sposta tutto e tutto diventa assurdo. E alla fine di ogni storia ti domandi se la cosa assurda è il fatto stesso che costituisce la storia o il contesto che lo circonda o il rapporto tra il fatto e il contesto. O si potrebbe dire che c’è un buchino nella parete, un buchino così piccolo che non lo vedi nemmeno, ma se avvicini l’occhio e guardi attraverso il buchino dall’altra parte si apre un universo nuovo.
Ovvero le possibilità leggermente differenti che sono contenute nelle realtà reali e che potrebbero cambiare tutto o solo qualcosa. Ovvero che le cose sembrano così ma potrebbero anche essere diverse. Ovvero l’incertezza della vita sempre. Ovvero non so cosa dire ancora. Che è stata una bellissima lettura e tanto basta. (moll)




È difficile e complicato vivere semplicemente! (Ivan Gončarov, Oblomov)

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