domenica 17 marzo 2013

Paul Valéry


Paul Valéry, Monsieur Teste. (SE)

La storia all’inizio sembra che ci sia ma invece non c’è, e una pagina dopo l’altra si parte per un viaggio verso tutto quello che non abbiamo mai saputo di noi stessi, verso quello che abbiamo sempre saputo ma non ci avevamo mai pensato sopra, verso tante sensazioni e tante impressioni e tanti pensieri isolati che hanno punteggiato le nostre giornate sempre più spesso a partire dall’adolescenza, e che forse non avevamo mai messo insieme perché tutto sommato se c’è una cosa di cui aver paura, questa cosa è la vertigine dell’essere e la sensazione di diversità che l’accompagna da sempre.
Paul Valéry ce la sbatte in faccia, ce la infila nello stomaco, e ogni tanto ci fa respirare con qualche pagina di poesia portandoci a teatro o in una strada affollata, momenti di riposo in una lettura difficile e obbligatoriamente lenta e che lascia sfiniti ma pieni di scoperte nuove.
O contenti di aver trovato un altro che non è riuscito a spiegare quello che non si può spiegare, ma ci fa vedere che non siamo gli unici coglioni che si fanno certe domande. (bamborino)




Non cominciare con niente, non smettere con niente: ecco il migliore stile di vita. (Alfred Döblin, Fiaba del materialismo)

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