martedì 19 marzo 2013

Truman Capote


Truman Capote, A sangue freddo. (Garzanti)

Mi ricordo Crimini e misfatti di Woody Allen, che in pochi giorni ero andato a vederlo, al cinema, tre volte, e quanto avevo riso per la scena di quando la sorella gli racconta che ha trovato uno che l’aveva legata al letto e poi le aveva strappato i vestiti, e lei si aspettava chissà che scopata, ma invece lui le era andato sopra e “aveva fatto la grossa”.
Se la prima volta avevo riso, la seconda m’ero detto, adesso arriva questa scena tremenda, e io non riderò mentre tutti rideranno, che peccato. E invece m’ero trovato a fare la figura da scemo di mettermi a ridere da solo già mentre aspettavo la scena, e la terza volta ero sicuro che non avrei fatto una piega, ma mi sono messo a ridere ancora peggio della prima volta e della seconda, e con un anticipo ancora più grande. Poi è passato qualche anno, e una sera ho rivisto il film a casa, in cassetta, e mi ricordavo le gran risate e di nuovo avevo pensato, peccato, oramai per questa cosa non riderò più. E invece, c’è stato ancora lo stesso miracolo, addirittura più forte, e mentre aspettavo l’arrivo della frase, “ha fatto la grossa”, non riuscivo a star fermo e ridevo come un cretino camminando avanti e indietro.
Non so come lo si potrebbe spiegare, ma su questa cosa così strana, del comico che è ancora più comico perché te lo aspetti mi vengono in mente Stanlio e Ollio, che non hanno mai niente di inaspettato o di sorprendente, e ti fanno ridere proprio perché lo sai già quello che sta per succedere, e te lo aspetti.
La vita è piena di attese.
Come stare alla finestra per vedere arrivare una donna. Che se la donna è il movimento di una possibilità, l’attesa può avere una sua piacevole tensione, ma se la donna è la carne di una certezza, e quel che succederà dopo che sarà arrivata è noto ed è già stato attraversato a fondo tante volte, l’attesa è già la vibrazione fortissima di un grumo di emozioni.
L’attesa vera, l’attesa più densa, è sempre l’attesa di ciò che già si conosce.
A sangue freddo è uno dei capolavori del Novecento, e il suo miracolo è questo.
Racconta la storia vera di due psicopatici di quart’ordine che massacrano per niente una famiglia, la storia è nota già dall’inizio, e Capote prima presenta la famiglia, poi presenta i due assassini, poi racconta come si è arrivati alla strage e poi come gli assassini sono stati presi, e alla fine il processo, la condanna a morte e l’esecuzione. L’autore dice tutto fin dall’inizio, non ci sono sorprese, ma dire che il libro è un thriller è dir poco. Si sa già tutto, ma si segue la vicenda in uno stato di fortissima crescente emozione e la valanga dei fatti ti travolge forse proprio per questo, che in ogni cosa si sente già la vibrazione della cosa che verrà dopo, e ogni volta sai già da dove parti e sai già dove stai andando e ti senti preso dall’ineluttabilità degli avvenimenti e dalla forza orrenda della tragica inutile stupidità di quello che sta succedendo.
Lo stile di Capote è arido e crudele come i fatti che racconta, semplicissimo e asciutto, e ti martella senza pietà pagina dopo pagina.
Per me era stato come cadere in una buca da cui non potevo e non volevo uscire, e smettere di leggere era uno sforzo tremendo ma c’erano anche tutte le altre cose da fare, lavorare dormire e il resto, e mi ricordo ancora benissimo quei due tre giorni in cui l’ho letto, che il tempo mi sembrava scandito dalle alternanze tra la lettura e la non lettura, e tutto quello che non era il libro mi dava solo fastidio.
E c’è un’altra cosa terribile in questo libro terribile, nella requisitoria finale del processo. C’è un discorso terribile sulla pena di morte, vista per una volta come una questione che non ha nulla a che fare né con il sociale né con l’ideologico né con l’etica, ma come una faccenda personale che può riguardare la vita quotidiana di tutti. Un discorso pesante e spiacevole ma che non può non essere fatto. (bamborino)




È la profondità dello sguardo che scandisce il tempo, non il numero delle cose che vedi. (Robert Dessaix, Lettere di notte)

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