mercoledì 6 novembre 2013

Roberto Bolaño


Roberto Bolaño, Stella distante. (Sellerio)

Breve romanzo di formidabile intensità.
Storia di un pilota d’aereo, poeta, assassino e torturatore nel Cile di Pinochet.
Storia che entra in altre storie e dalle altre storie viene attraversata, raccontata attraverso le esistenze di quelli che entrano in contatto con Carlos Wieder, sempre misterioso, elusivo, protagonista e figura di sfondo.
In una ricerca di verità e di spiegazione che rimane sospesa dall’inizio alla fine, come una fotografia di cui si parla una sera, forse vera, forse falsa, fotografia non si sa di chi, una storia che si sviluppa da sola dentro le altre storie, come l’uomo senza mani e senza piedi, che appare e scompare.
Sempre fulmineo, sempre definitivo, senza definire niente. Così nell’indeterminatezza della chiusura, il romanzo breve forse è un racconto lungo. (moll)

A pag. 144 c’è un amare che forse era amore, a pag. 145 c’è un mette che secondo me era meglio metta ma forse è un refuso, a pag. 195 c’è il caffellatte che s’era già visto in I detective selvaggi, a pag. 197 c’è latinoamericano invece di latinoamericani.
Per il resto, dimensione colore consistenza carta e immagine di copertina, il libro è una delizia.




Sono sempre le abitudini oziose quelle che si rimpiangono. (William Faulkner, L’urlo e il furore)

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