lunedì 8 dicembre 2014

F. González-Crussí


Frank González-Crussí, Organi vitali. (Adelphi)

Il regalo perfetto.
Facile. Mai noioso.
E la ricchezza e la disparità degli argomenti fa sì che il libro si possa prendere e lasciare quando si vuole.
Perché la saggistica che contiene stacca e riattacca in continuazione, e tra un breve saggio e l’altro c’è un pezzetto di narrativa che non delude mai.
Storia, storia della medicina, storia della scienza, storia del costume, storia delle idee, tutto insieme in uno stile che scioglie l’erudizione nella semplicità del discorso.
Cose piccole e meno piccole, c’è un sacco da imparare su come l’umanità ha pensato a sé stessa dal punto di vista medico per tremila anni. Con osservazioni più che taglienti su come l’umanità pensa a sé stessa adesso, nell’epoca in cui “ogni fase della vita deve ricadere sotto supervisione medica”.
Dalla digestione alla defecazione alla respirazione alla riproduzione, con la parte affascinante su Napoleone e sul suo medico a Sant’Elena, e la avventure del suo pene, e le avventure di Rasputin e del suo pene, e le avventure del Divino Prepuzio, e il gran finale sulla storia del cuore come organo e come luogo delle passioni, con un meraviglioso poemetto, il Lai d’Ignaure.
E anche il libro, nell’essere un Adelhi piccolino, ha una sua maestosa solidità.
Il regalo perfetto da tutti i punti di vista. (moll)

A pag. 114 manca una parola, a pag. 251 c’è un discutibile bigliardo, a pag. 275 mi lascia perplessa un “non posso a meno di commuovermi”, ma soprattutto in IV di copertina c’è l’affermazione che il libro è “capace di regalarci a ogni passo aneddoti irresistibili”, che non si capisce se è messa lì per farsi beffe degli acquirenti, ai quali per 18 euro non è stato regalato proprio niente.




Rovinarsi la vita per un capriccio non è da tutti. (Romain Gary, L’angoscia del re Salomone)

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