lunedì 5 marzo 2012

Herman Melville

Herman Melville, Bartleby lo scrivano. (Feltrinelli)
Herman Melville ha dato alla letteratura, cioè ha dato a tutti, due figure titaniche.
Il capitano Achab e Bartleby lo scrivano.
Achab insegue la Balena. Bartleby non si muove.
Bartleby si ferma, e dice di no.
Preferirei di no. I would prefer not to. E sul suo rifiuto morirà.
Senza morire di niente se non semplicemente di morte. Quando smette anche di mangiare.
Muore come muore Achab. Achab affronta la Balena con l’arpione, Bartleby è solo come lui e non affronta niente.
Si volta verso il muro. Affronta tutto il mondo girandogli le spalle.
Bartleby è un pazzo, probabilmente è uno schizofrenico.
Ma dice di no. Dice di no a tutto. Non si ribella, non fa casino. A un certo punto si ferma, e basta.
I would prefer not to.
Proviamo a pensare a Bartleby, tutte le volte che ci sembra di non poterne più. Non abbiamo bisogno di alzarci in piedi urlando e imbracciando l’arpione contro un mostro immenso.
Può bastare dire di no.
Disubbidire. O nemmeno. Semplicemente provare a non fare tutto quello che ci dicono di fare dalla mattina alla sera. Anche solo ogni tanto. Astenersi, qualche volta.
Astenersi dallo sporcare e dallo sporcarsi.
Non accendere il televisore. Non prendere il giornalino gratis che ci ficcano in mano al mattino. Non comperare una macchina bella che va forte. Non fare un viaggio. Non comperare il quadrato di cioccolato al bar. Non potenziare le nostre difese immunitarie.
Dire di no in silenzio.
Come Bartleby.
Voltarsi verso il muro. Ogni tanto. O un pochino, tutti i giorni. (bamborino)
P.S. Ho segnalato l’edizione Feltrinelli perché ha (o aveva, un tempo) il testo a fronte. Ma Bartleby c’è anche nello splendido Einaudi ET, Billy Budd e altri racconti, e non so cosa farci ma a me Melville m’è piaciuto tanto di più in questi scritti che in Moby Dick, a parte il capolavoro assoluto dell’incipit, che secondo me è il più bello di tutti i tempi.
Una società prospera è una società con più automobili, televisori, capi di abbigliamento e ogni genere di altro bene di consumo materiale. E anche con più armi, e sempre più letali. Come se i beni di consumo fossero l’unica misura del successo umano. Gli effetti sociali negativi - l’inquinamento, il degrado ambientale, l’insufficiente attenzione per la salute, il rischio di conflitti armati e il relativo costo umano - non compaiono nel bilancio. (John Kenneth Galbraith, L’economia della truffa)

1 commento:

  1. tra l'altro nell'edizioni feltrinelli il traduttore ha scelto di tradire l'italiano usando la frase "ho preferenza di no" per cercare di rendere quel I would prefer not to...
    io ho semplicemente adorato questo piccolo capolavoro

    RispondiElimina