Yanis
Varoufakis, Il Minotauro Globale. (Asterios)
Notevolissimo
libro sulla crisi economica attuale, notevolmente anche qualcosa di più o
meglio parecchio di più.
Innanzitutto è
una bella conferma di molto di quel che dicono Jeremy Rifkin in La fine del lavoro e John Kenneth Galbraith in L'economia della truffa, oltre a confermare l’idea già espressa da Niall Ferguson in Ascesa e declino del denaro che tutta la faccenda dei CDO sia stata
sostanzialmente una truffa internazionale, aggiungendo l’osservazione che si è
trattato oltretutto di un fenomeno nuovo, in quanto invenzione del denaro
privato.
Il libro è
anche in gran parte, come il libro di Rifkin, una specie di storie economica
del XX secolo, ma Varoufakis nel fare una piccola storia della nascita e dello
sviluppo del capitalismo parte addirittura dai tempi dei
cacciatori-raccoglitori e dall’inizio del problema della gestione delle
eccedenze, per andare a finire un passo dopo l’altro nella sostanza di una
interessantissima spiegazione del merdaio nel quale ci troviamo.
Cioè
Varoufakis dice che a partire dal 1971 le autorità economiche degli Stati Uniti
hanno deciso, se non ho capito male, di aumentare intenzionalmente e con
generosità sia il deficit di bilancio dello stato sia il deficit commerciale
dell’economia americana, facendo pagare il conto al resto del mondo. Una cosa
del tipo, sempre se non ho capito male, che gli altri producono, gli Stati
Uniti comprano a tutto spiano e pagano in dollari, e i dollari che gli altri
hanno guadagnato tornano a casa sotto forma di investimenti a Wall Street e
acquisti di titoli di stato americani.
Durante la
lettura, non sempre facile lettura almeno per me, avremo imparato che la
vittoria di Mao Tse Tung sconvolse i piani americani di fare della Cina il
mercato delle merci giapponesi, che la Comunità Europea del Carbone e
dell’Acciaio, la CECA, primo embrione della UE, non è stata un’idea degli
europei ma era stata voluta e spinta dagli USA per i loro interessi, ci tornerà
in mente la crisi del petrolio e impareremo come mai l’aumento dei prezzi del
greggio, che viene pagato in dollari, era andato benissimo agli americani.
E impareremo
tante altre cose, dalla fine del Gold Exchange Standard, la parità delle monete
con l’oro, agli accordi di Bretton-Woods, a quel che è successo con la crisi
del debito del Terzo Mondo, e chi più ne ha più ne metta, fino a come vedeva le
cose John Maynard Keynes, e ci sarà spiegato molto bene
come la teoria della percolazione, per cui se i ricchi sono sempre più ricchi
spendono di più e quindi i poveri se ne avvantaggiano, sia una scemenza
completa perché i ricchi sempre più ricchi non spendono niente di più ma
investono sempre di più in derivati, ma è sostanzialmente impossibile, almeno
per uno come me, riassumere e nemmeno tratteggiare decentemente il contenuto di
un libro come questo.
Poi ci sono le
proposte di Varoufakis per uscire dal merdaio, e ovviamente non sono in grado
di giudicarle, ma credo che sarebbe una buona cosa per tutti almeno sapere di
più e farci sopra qualche pensiero.
Il libro io
l’avevo letto un paio d’anni fa, e c’avevo lì questo post già pronto e non
l’avevo messo fuori perché mi sembrava, e mi sembra ancora, una porcheria, ma
adesso Yanis Varoufakis è diventato il ministro dell’Economia del nuovo governo
della Grecia e così sono doppiamente contento, per lui e per me che posso
mettere fuori subito il post e speriamo in bene. (saposcat)
Dal punto di
vista editoriale, se riconosco ad Asterios il grandissimo merito di avermi
fatto leggere questo libro meraviglioso, non posso tacere della ricca
accazzaglia (sic) di refusi e di errori di grammatica e di sintassi che
lardellano il testo, né della incredibile mancanza di un indice analitico,
fondamentale in un libro di questo genere.
La verità di una
storia non dipende dalla sua correlazione con la realtà ma dal suo senso
morale. (Christos Ikonomou, Qualcosa capiterà, vedrai)
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