David Sedaris, Holidays on Ice. (Mondadori)
Nelle strade di Milano sono comparse le prime luminarie natalizie, e tra poco comincerà per molti, soprattutto per quelli che lavorano nei negozi, il supplizio mal pagato di dieci ore di lavoro al giorno magari senza riposo settimanale.
Così nel pensare a come per tutti costoro debbano essere particolarmente sfiancanti gli ultimi giorni di acquisto frenetico che precedono la data del 25, mi viene in mente che nel suo Morgenritte. Tagesbuch 1878-1884 Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff scrive che i saggi pensano per tempo ai regali di Natale. Ritengo quindi di fare una cosa utile a tutti, compratori e venditori, segnalando con un certo anticipo questo libro particolarmente adatto all’occasione, che già per l’immagine in copertina (Babbo Natale di spalle davanti a un orinatoio) si presenta come la strenna ideale.
Sono quattro racconti sul Natale, quattro racconti uno più bello dell’altro e uno più cattivo dell’altro.
Come è prevedibile per Sedaris, il comico è comico per modo di dire, è una specie di crudeltà rigogliosa che tracima nell’assurdo assoluto, passando dal realismo a una specie di narrativa fantastica che però ti rendi conto subito che si distacca solo per uno scarto minimo da un resoconto preciso dello schifo di tutti i giorni.
E un fatto è che subito dopo viene in mente David Foster Wallace.
E detto questo, non c’è altro da dire su David Sedaris e su questo libro piccolino scritto in carattere grande, 78 pagine dure quasi come il cartone.
Si fa fuori in un pomeriggio, gran bel pomeriggio. (bamborino)
Superperla della traduzione di Matteo Colombo, a pag. 33 c’è un bellissimo zombi scritto proprio così, l'italiano non è l'inglese e quindi evviva questa cosa di scrivere come si parla, e l’unico errore di stampa è un chi-rurgicamente in cui manca il trattino che manda a capo.
Volevo un posto dove rintanarmi, un posto dove non fare niente. (Charles Bukovski, Panino al prosciutto)
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