martedì 15 novembre 2011

Walter Tevis

Walter Tevis, Lo spaccone. (minimum fax)
Tevis è uno di quegli scrittori, purtroppo pochi, che se anche scrivessero un libro che è solo la lista della spesa, non riuscireste a metterlo giù.
De Lo spaccone sapevo la storia e avevo visto il film, eppure appena cominciato mi sono rattristato al pensiero che fossero solo 250 pagine e non 2500, ho cominciato a centellinarlo come si farebbe con un pacchetto di patatine e ogni volta che lo mettevo giù, non vedevo l’ora di rimettermi a leggere e durante la giornata, quando non leggevo, mi veniva da chiedermi “ma cosa starà facendo adesso Eddie Felson?” come se fosse una persona alla quale avrei potuto telefonare per far due chiacchiere. Se vogliamo la storia è anche banalotta: giocatore di biliardo di talento che per vivere raggranella qualche dollaro raggirando giocatori dilettanti nella provincia americana, tenta il grande salto sfidando il famoso Minnesota Fats, le busca per eccesso di arroganza, gli spezzano i pollici per aver cercato di truffare dei delinquenti, trova una brava ragazza, un manager, risfida il Minnesota e stravince, accorgendosi comunque che non ci sono pasti gratis, in particolare in America, che sarà sempre dura, e che la sua vita sarà sempre sul filo del rasoio in quanto i giocatori d’azzardo oculati scoprono presto di dover lavorare per vivere.Tuttavia Tevis delinea dei personaggi di livello assoluto: lo stesso Eddie, Minnesota, il manager Bert, e soprattutto Sarah (non è un caso che nella nota introduttiva del libro l’autore si identifichi con Sarah) e comunque tutti quelli che entrano nel romanzo sono descritti in maniera perfetta e hanno un interessante e diverso modo di vedere la vita e di andare da un lunedì all’altro. Loro, come tutti noi del resto, in qualche modo se la vanno a cercare e sono contenti se gli capita di non trovarla.
Il filo conduttore è il parallelo tra vincenti e perdenti, ma forse si parla solo di perdenti consapevoli e perdenti che pensano che alla fine si possa vincere, o ancora, di una come Sarah che forse non è una perdente come sembra ma solo una che non partecipa al gioco perché non capisce le regole e che forse, a differenza degli altri, non si cimenta in uno degli sport al coperto più diffusi, ovvero l’autocommiserazione. (zarlingo)


Nessuno è contento del suo patrimonio e ognuno è contento della sua mente. (Lev Nicolaevič Tolstoj, Anna Karenina)

Nessun commento:

Posta un commento