venerdì 2 dicembre 2011

Marcel Proust

Marcel Proust, In memoria delle chiese assassinate. (Palomar)

Una bomba. Quattro saggi di cui non è ben chiaro se Proust li avesse pubblicati insieme in vita o se la loro unione è un’operazione editoriale postuma, recente o non recente.
Non importa.
Può essere un regalo delizioso anche per la sua dimensione microscopica.
Non credo che Proust abbia mai realmente scritto un saggio. Proust scriveva, e basta. Così qui scrive, scrive delle cattedrali gotiche, scrive di quello che John Ruskin ha scritto delle cattedrali gotiche, scrive di quello che lui stesso ha scritto due pagine prima sulle cattedrali gotiche e su John Ruskin. Scrive e attraversa la Francia, ci porta a Venezia, ci fa fermare nella sera ad ascoltare un coro bretone in una cattedrale buia.
Nello scritto la pietra delle cattedrali diventa figura, diventa persone, diventa spirito, diventa riflessione sul pensiero e sul mondo, si mischia con il paesaggio, le parole e i pensieri degli uomini scorrono senza interrompere il flusso delle immagini e dei profumi.
Ma non c’è molto da dire. C’è da leggere in silenzio, c’è da farsi portar via, c’è da sentirsi pieni di un’ammirazione rispettosa che invece di allontanarci dal suo oggetto ce lo fa sentire vicino, più che vicino, ce lo fa entrare nell’anima.
Basta.
E se Proust non lo si è ancora mai incontrato e ci si vuol trovare a conoscerlo in un miracolo di sette pagine, c’è il primo di questi scritti, che ha tutta la sua arte, che qui arriva ai livelli del tratto finale di All’ombra delle fanciulle in fiore, con tutte le sue sfumature e i suoi lampi e le sue emozioni fortissime. (bamborino)




Sono proprio le avversioni e i desideri non espressi ad arrivare più lontano e a indirizzare la nostra condotta, simili alle linee di un campo magnetico. (Uwe Timm, Come mio fratello)

1 commento:

  1. Ho incontrato Proust molti molti anni fa, quello che mi è accaduto è stato di iniziare a bruciare, ogni pagina era come un quadro, una fotografia del mondo, e intanto mi svelava qualcosa di ciò che ero. Quella fiamma non si è mai più spenta.
    Mi farò questo regalo di Natale.

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