Mario Vargas Llosa, L’orgia perpetua. (Rizzoli)
Se c’è un personaggio veramente colossale nella storia della letteratura, che ha scatenato discussioni che vanno con facilità al di là dei confini di ciò che è semplicemente letterario (è solo una povera stronza, no, è il simbolo della rivolta dell’individuo contro il mondo), questa è Emma Bovary, e questo saggio di Vargas Llosa la tratta come una persona viva, come un incontro di quelli che possono cambiare la vita.
Saggio romanzesco su tre argomenti, Flaubert, Madame Bovary come romanzo e come personaggio, e la letteratura in generale. Saggio romanzesco perché si legge come un’opera letteraria, e in quanto opera letteraria confonde in sé e interseca la narrazione e il flusso di coscienza e l’Autore porta avanti un discorso sul romanzo che in continuazione si cambia in un discorso su Emma e in un discorso su Flaubert, in un discorso sul mondo, in un discorso su sé stesso e sui suoi rapporti con il romanzo con Emma e con il mondo.
Per Vargas Llosa la letteratura è un modo di vivere, come lo era per Flaubert, e quindi per lui parlare di Madame Bovary è parlare di Emma e del suo Autore come di una parte della propria vita che non è meno reale del resto e in questo non è possibile, se si pratica da sempre questo campo dell’esistenza, non essere d’accordo con lui. La letteratura, la grande letteratura, è vita, e spesso è vita più intensa della vita stessa, è un modo di entrare in rapporto con l’Altro, più profondo di quel che può dare qualsiasi conversazione, e apre a una conoscenza dell’interiorità propria e altrui che non è ottenibile da nessun trattato di psicologia.
Non è facile procurarsi questo libro. Io l’ho trovato (la mia copia porta la data del 1986) in uno dei negozi del Libraccio qualche anno fa, e ho scoperto poco dopo che non è più stato ristampato da tempo. Sono tanti i libri importanti che sono spariti. Come tante altre cose. (bamborino)
Se si vuole fare qualcosa di assolutamente onesto, qualcosa di vero, alla fine si scopre sempre che è una cosa che va fatta da soli. (Richard Yates, Revolutionary Road)
Che bella questa cosa qui, Emma Bovary è un mistero e che qualcuno ne abbia scritto è affascinante. Uno spruzzo di gioia (un conforto anche se non vorrei averne bisogno) la visione che hai della letteratura (e forse dell'arte più in generale?). Infine un miracolo trovare questa citazione di Yates che mi fa sentire fiera del mio bisogno di solitudine.
RispondiEliminaPeccato solo che questo libro sia sparito..
Prima o poi la gente sensata prende gusto alla solitudine. Si perde troppo a vivere al di fuori di sé stessi. (Antoine-François Prévost)
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