venerdì 30 marzo 2012

Alain-Fournier

Alain-Fournier, Il grande Meaulnes. (Garzanti)
Stavo un po’ in disparte per vederli meglio. Un po’ deluso e tuttavia incantato, capivo che la creaturina aveva finalmente trovato il compagno che, oscuramente, aspettava...
La sola gioia che Meaulnes mi avesse lasciato, ecco che era tornato a riprendersela.
E già me lo figuravo, nell'atto di avvolgere sua figlia in un mantello, a notte buia, per andarsene con lei, verso nuove avventure.
La storia racconta le avventure del giovane Meaulnes, adolescente irrequieto, arrivato a sconvolgere il quieto tran tran di una piccola scuola di campagna, e descrive le sue peripezie per ritrovare quel “dominio misterioso” dove, capitato per caso, incontra l’amore della sua vita.
Ma la storia, come sempre nei grandi, grandissimi romanzi, è solo un pretesto, un mot de passe, oltre le intenzioni esplicite dell’autore che non è mai consapevole fino in fondo della natura inaspettata della sua opera.
Il romanzo, parla di altro.
Non a caso l’io narrante è l’amico di Meaulnes, il bambino tranquillo e sognatore che si vede strappato alle sue letture solitarie, alla sua attesa senza oggetto, per entrare nel gioco vero, nel mondo delle possibilità. Dove è possibile essere, e essere felici, e infelici, e avere qualcosa da cercare.
E non a caso la storia si chiude nel suo sguardo malinconico, restituendolo alla sua mite ombra di nostalgia senza nome. La ricerca di Meaulnes del suo paradiso perduto, è il mondo delle illusioni mai colte, che per un attimo, un solo magico attimo di qualche anno di gioventù, diventa possibilità di vita; ma quando Meaulnes tornerà al suo insensato mondo di conquiste, l’altro, l’amico, non avrà niente a cui tornare.
La vita è di chi se la prende; poi c’è chi rimane in disparte, e ricorda, e cerca di spiegarsi. E da sempre sa di aver perso qualcosa, e non ha mai saputo dire bene cosa, e ancora aspetta.
Alain-Fournier la vita l’ha persa a ventotto anni, nella battaglia della Marna. Il grande Meaulnes passa per un grande romanzo per ragazzi, ma tralasciando ogni polemica sul senso e sul valore delle divisioni di genere, resta un momento di struggente bellezza e di nostalgia che ricorda da vicino, più in piccolo per impianto e ispirazione narrativa, l’Educazione sentimentale, altro imprescindibile, straziante manifesto di illusioni perdute e amici ritrovati. (Rosa M.)



La felicità può anche essere un surrogato, la felicità esiste forse solo come surrogato. (Günther Grass, Il tamburo di latta)

1 commento:

  1. Siamo al Fesvival del "Romanticismo", del ovvio.
    Bambino sognatore (ma quando, ma dove? sfigato)e il resto è "Noia...". Babele di nulla per un libro sul nulla. Suggerisco Monica al Madagascar libro anni '50 (introvabile) o le ricette di Petronilla. Con ossequio. Alia (da Dune-Frank Patrick Herbert [Tacoma, 8 ottobre 1920 – Madison, 11 febbraio 1986] - l'abominio)

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