sabato 24 marzo 2012

Giorgio Bassani, Liala

Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini. (Einaudi)

"Camminammo su e giù una ventina di minuti, seguendo l’arco della spiaggia. L’unica persona allegra della comitiva appariva una bimbetta di nove anni, figlia della giovane coppia nella cui automobile ero ospitato. Elettrizzata proprio dal vento, dal mare, dai pazzi mulinelli della sabbia, Giannina dava libero sfogo alla sua natura allegra ed espansiva. Benché la madre tentasse di proibirglielo, si era levata scarpe e calze. Si spingeva incontro alle ondate che venivano all’assalto della riva, si lasciava bagnare le gambe fin sopra le ginocchia. Aveva l’aria di divertirsi un mondo, insomma: tanto che di lì a poco, quando rimontammo in macchina, vidi trascorrere nei suoi occhi neri e vividi, scintillanti sopra due tenere guancine accaldate, un’ombra di schietto rimpianto.”

Liala, Signorsì. (Sonzogno)
“Piccola, sottile, il volto pallido come una magnolia, incorniciato da trecce nere e lucenti, Clara non possedeva la bellezza radiosa che piaceva a Furio. Ma ben presto egli comprese che tutta la bellezza di lei era in quei suoi occhioni neri, che invadevano il piccolo viso, in quella sua voce che scendeva ad accarezzare il cuore, morbida, senza scatti e senza dissonanze.”

Sarebbe bello capire perché Giorgio Bassani è considerato un grande scrittore e Liala no.
Che poi volendo, sul brano di Giorgio Bassani ci sarebbe da fare una piccola osservazione. Cioè che non si capisce cosa vuol dire, che la madre “tentasse” di proibirglielo. Casomai avrà tentato di impedirglielo, ma cosa vuol dire che tentava di proibirglielo, non si sa, forse le si strozzava la voce in gola e non riusciva a parlare. E poi, proibirle di levarsi scarpe e calze, che senso ha. Mi sembra ben ragionevole che la bambina volesse entrare in acqua senza scarpe e senza calze.
Comunque chiedo scusa a Liala per questo accostamento, ma non era facile resistere. (moll)
Bisogna entrare in sé stessi armati fino ai denti. (Paul Valéry, Monsieur Teste)

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