venerdì 23 marzo 2012

Honoré de Balzac

Honoré de Balzac, Papà Goriot, Illusioni perdute, Splendori e miserie delle cortigiane. (Garzanti)
Il peraltro prolisso Polonio dice in Amleto (atto II, scena 2) che “Brevity is the soul of wit”.
Quindi mi guardo bene dal perdere e far perdere tempo raccontando la trama di questi tre romanzi che secondo me costituiscono un percorso balzachiano non dico perfetto ma, come hanno potuto constatare un tot di amici che mi hanno dato retta, sicuramente di grandissima soddisfazione.
Il fatto è che Papà Goriot presenta Vautrin, al secolo Jacques Collin, uno dei più grandi personaggi della rete narrativa balzachiana, invincibile e inafferrabile supercriminale, e Illusioni perdute ci porta a seguire, tra la provincia e Parigi, le vicende di Lucien de Rubempré, amabile imbecille pieno di sé e vuoto di tutto il resto. Alla fine di Illusioni perdute i due si incontrano, e partono insieme verso Splendori e miserie delle cortigiane, colossale avventura socio-erotico-politico-finanziaria-esistenziale-criminale-da-perdere-la testa (basti dire che un mio amico per non smettere di leggere una sera si era quasi pisciato addosso) come solo il grande Vautrin (cioè il grande Balzac) poteva mettere in piedi, naturalmente con la presenza in tutte e tre le storie dell’immancabile Rastignac.
Si può scegliere se cominciare da Papà Goriot o da Illusioni perdute. Ma secondo me è meglio cominciare da Papà Goriot, per entrare nel mondo della Commedia Umana del basso e in silenzio, dalla sala da pranzo della pensione Vauquer, al mattino prima della colazione, con i suoi odori stantii, i tovaglioli sporchi come le pareti, i mobili brutti. Per vedere e quasi toccare la potenza narrativa che si sprigiona già solo dagli oggetti, prima che compaiano i personaggi.

Balzac ha creato un mondo, e la pensione Vauquer, dalla padrona a tutti gli ospiti, costituisce essa stessa un mondo compiuto, in una totale pienezza delle persone e dei loro movimenti esistenziali, volontari o determinati dalle vicende esterne.
Alla fine, si conosce bene Balzac e soprattutto si è goduto come non mai. Cioè come non mai no, dire così forse è un po’ troppo, ma insomma secondo me qualche volta la letteratura arriva ad essere un grado meno del sesso e soprattutto,  come dice la nostra amica Allemanda, spesso è più facilmente a portata di mano. Però qui sono involontariamente incorso in un doppiosenso scurrile e quindi diciamo meglio che spesso è più facilmente a disposizione nelle immediate vicinanze. (blifil)
A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte lo so di sicuro. (Charles Bukowski, Solo sulla vetta)

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