giovedì 28 giugno 2012

Mary Gaitskill


Mary Gaitskill, Oggi sono tua. (Einaudi)
Nel primo racconto, Un weekend romantico, accade che il tempo assuma un aspetto sgranato e irreale che permette conversazioni impossibili e gesti improbabili, come una capsula spaziale che consenta ai propri occupanti di camminare beatamente sul muro. Poco dopo si presenta la necessità di formare i concetti con cautela perché non si deformino. Il tutto nel corso della narrazione noiosissima di alcune fantasie erotiche sadomaso di un cretino velleitario che passa un weekend con una deficiente, con finale buonista che accenna a un futuro amore possibile.
Ma in Segretaria si pesca nel torbido del sesso, e lei capisce che in lui c’è un segreto viticcio che avanza strisciando dalle sue zone più oscure.
Forse il meglio di questi virtuosismi stilistici è in Una vergine attempata, in cui compare un uomo di una bellezza delicata, quasi luminosa, che ha in corpo una luce tale da risultarne carbonizzato e apparire scuro, e costui urla e pesta sul clacson, cercando di sprigionare la propria luce, ma la luce continua a montargli dentro.
Raymond Carver diceva di essere contrario a tutti i trucchi che richiamano l’attenzione su sé stessi, mostrando lo sforzo dello scrittore di risultare ingegnoso.
Mary Gaitskill probabilmente non la pensa così.(moll) 
La verità è che esiste una quantità incredibile di gocce che non fanno traboccare il vaso. (Romain Gary, Mio caro pitone)

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