venerdì 7 dicembre 2012

Rachel Gray


Rachel Gray, What to do when you meet Cthulhu. (Elder Signs Press)

Sottotitolo, A guide to surviving the Cthulhu Mythos.
Che dice tutto.
E siccome mi rivolgo alla crème de la crème dei lettori di questo blog, che certamente hanno apprezzato il nostro post sul Necronomicon, mi potrei anche fermare qui. Ma questo libro è troppo bello per astenersi dal parlarne almeno un po’.
Dirò quindi che il testo si articola, e si tentacola, innanzitutto secondo modalità geografiche, partendo dalla cittadina di Arkham, a proposito della quale si avranno preziosi consigli sul comportamento da tenere se ci si vuole iscrivere alla Miskatonic University, oltre a precise istruzioni su quel che si deve fare e soprattutto su quel che non si deve fare se si trova che l’acqua del proprio pozzo ha preso un colore strano. Poi ci sposteremo a Dunwich, dove sarà ricordata la vicenda di Wilbur Whateley, e poi andremo a Kingsport, a Innsmouth, a Providence, a New York e in altri luoghi e in altri tempi.
A seguire, sezioni tematiche, e quindi il testo tratta di arti figurative, cioè del pittore Pickman, e di musica, cioè del violista Erich Zann, per fare quindi un inciso sull’opera di Robert W. Chambers Il Re in Giallo, (io ce l’ho, io ce l’ho), mentre ulteriori capitoli fanno riferimento a cripte, cimiteri, a Coloro che non sono morti ma stanno sognando, e ad altri mostri.
Nell’ultimo capitolo, intitolato come il libro stesso, ci sono tutti i consigli che ci saranno utili nel momento in cui gli Yith ritorneranno in massa dal tempo, gli shoggoth attaccheranno gli umani e il Grande Cthulhu si risveglierà. La trattazione è completa, dai materiali necessari per le opportune stregonerie alle provviste di cibo all’abbigliamento, e in chiusura c’è anche un utilissimo glossario che va da Azatoth agli Zoog.
Va rilevato che nel corso della lettura si troverà la narrazione succinta delle storie di Herbert West, di Charles Dexter Ward, di Robert Suydam, di Randolph Carter e altro. Il che potrà permettere anche a chi non conosce l’opera del grande Howard Phillips Lovecraft di avvicinarsi a questo mondo misterioso e al di là delle possibilità di comprensione della maggior parte degli esseri umani.
Ma la cosa più importante di questo libro meraviglioso è che non è nemmeno necessario leggerlo, in quanto la conoscenza in esso contenuta ha la proprietà di poter penetrare nella nostra mente per un processo di osmosi, se si dorme tenendo il libro sotto il cuscino. Rachel Gray avverte che si tratta di una procedura rischiosa, in quanto può procurare mal di testa, sonnolenza, perdita della ragione e confusione su quanto viene appreso dormendo, in misura non prevedibile e variabile da individuo a individuo e secondo il materiale di cui è fatto il cuscino, la qualità del sonno e lo spessore delle ossa craniche. (blifil)




Dal primo momento che ho avuto coscienza di me stesso ho sentito che mi spegnevo. (Ivan Gonçarov, Oblomov)

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