giovedì 21 marzo 2013

Adelbert von Chamisso


Adelbert von Chamisso, Storia straordinaria di Peter Schlemihl. (Garzanti)

Un libro che ne vale cento, sessanta pagine di testo che ne valgono qualche migliaio.
Perché se vi è venuta in mente l’idea sciagurata che la vostra cultura letteraria sia incompleta senza una buona conoscenza del romanticismo tedesco, con quest’unico meraviglioso librino piccolino vi risparmierete il calvario della lettura di Goethe, di Jean Paul, di E. T. A. Hoffmann e di tutti gli altri. 
In sole sessanta pagine Chamisso è riuscito a mettere tutto.
C’è la meravigliosa fanciulla, unica gioia dei suoi genitori, c’è l’amore infelice, c’è il servitore che ama il suo padrone con commovente dedizione, c’è il patto col diavolo con successivo pentimento, c’è l’armamentario di prodigi che vanno dalle tasche diaboliche tipo mutande di Eta Beta al mantello che rende invisibili agli stivali delle sette leghe, c’è il cane fedele, c’è il recupero di sé stessi attraverso un profondo rapporto con la natura.
E ovviamente le sessanta meravigliose pagine costituiscono, e come poteva non essere così, un completo Bildungsroman. Per cui, in un certo senso, in sessanta pagine vi sarete fatti fuori anche gran parte della letteratura tedesca non solo romantica, vedi La Montagna Incantata, e vedi anche dopo. Se poi avete a che fare con dei bambini, alla fine gli potete regalare il libro, e avranno la soddisfazione di mettere un grande classico tra le loro prime letture.
Chamisso ha avuto il buon gusto di scrivere praticamente solo questo libro, a parte le successive opere di botanica e di zoologia, e l’ha scritto in un modo più che piacevole, e la trovata dell’uomo che vende al diavolo l’ombra è proprio bella, e dà alla storia una vena di comicità e di autoironia che il resto del romanticismo tedesco non si sogna nemmeno.
E pensa te, Chamisso viveva in Germania e scriveva in tedesco, ma era un aristocratico francese emigrato ai tempi della Rivoluzione. (moll)




Le donne irreprensibili sono donne senza temperamento. (Guy de Maupassant, Il figlio)

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