lunedì 1 luglio 2013

Francis Scott Fitzgerald


Francis Scott Fitzgerald, The Great Gatsby. (Picador)

Questo post si potrebbe intitolare, Peli.
Perché con buona pace di Platone che nel suo Parmenide mette il capello tra le cose spregevoli, bisogna riconoscere ai peli una indiscutibile rilevanza erotica, e una qualche importanza in ambiti di critica letteraria, ambiti in cui a volte, appunto per rimanere in contesti pelosi, si trattano questioni di lana caprina.
Veniamo al pelo, di cui si è discusso nel piccolo giro dell'imbuto, con qualche allargamento a giri collaterali.
Si tratta dell'articolo di Antonio D'Orrico su Il grande Gatsby, leggibile a questo link qui
Mi sembra giusto e prevedibile che, in concomitanza con l'uscita del film, Antonio D'Orrico scriva qualcosa sul romanzo.
Mi sembra altresì giusto e prevedibile che Antonio D'Orrico (delle cui opinioni critiche si è già parlato a proposito di L'amministratore di Anthony Trollope) consideri Il grande Gatsby uno dei più grandi romanzi della storia forse il più bello del secolo e non solo americano ma in assoluto anche se secondo me Signorsì di Liala è molto meglio in assoluto, e lasciando stare l'assoluto e limitandosi agli americani secondo me anche The Torrents of Spring di Ernest Hemingway è molto meglio. Peraltro, si è già parlato anche di quel che pensa l'imbuto di Francis Scott Fitzgerald, d'accordo con Marshall McLuhan che in La sposa meccanica lo taccia di volgarità sentimentale.
E fin qui tutto bene.
Ma Antonio D'Orrico se la prende con la traduzione di Bruno Armando che Newton Compton vende a 99 centesimi, e allora mi viene da dire che se Fernanda Pivano è certamente più aderente al testo originale, mi sembra ragionevole pensare che Bruno Armando non sia riuscito a vincere una nausea infrenabile di fronte a una melensaggine come quella dei my younger and more vulnerable years e abbia preferito scrivere, quand'ero più giovane e indifeso.
C'è poi l'altra oscena melensaggine dell'explicit, un paio di righe prima dell'indimenticabile ridicola trovata hessiana delle boats against the current, e qui salta fuori il pelo.
Orgiastic o orgastic?
Pivano traduce orgastico, Armando traduce orgiastico.

Si vuole solo far notare che per trovare orgastic in un dizionario, la parola si trova solo come derivative di orgasmic, e per trovarla come parola per conto suo, ma comunque in relazione a orgasmic, bisogna arrivare fino all'OED online, la versione online dell'Oxford English Dictionary in 20 volumi, che viene aggiornata quarterly e alla quale si può accedere pagando un abbonamento di più di £ 200 annue, che io ho ancora per qualche mese, essendo un gradito omaggio della Oxford University Press a chi acquista lo Shorter OED in due volumi.

E che Fitzgerald abbia tirato fuori una parola simile, mi sembra che la dice lunga sulle sue pretese stilistiche.
Ma c'è inoltre il fatto che se i testi che ho consultato in Rete riportano orgastic, l'unico cartaceo che mi è capitato tra le mani, della Picador, riporta orgiastic.
Quindi di Bruno Armando non si può dire con certezza che abbia lavorato male, ma potrebbe aver lavorato su una versione diversa, o peggio su un refuso.  (bamborino)




A sharp tongue is the only edged tool that grows keener with constant use. (Washington Irving,  Rip Van Winkle)

1 commento:

  1. Con D'Orrico ho sempre adottato questo sistema: se il Nostro esalta qualcosa o qualcuno è quasi certo che non valga la pena perderci tempo. Viceversa se il Nostro ignora o ce l'ha su con qualcuno, è probabile che questo qualcuno abbia spessore e sia interessante. Non è un sistema infallibile, naturalmente, però è corretto a un buon livello di approssimazione.
    Non so nulla di Trollope (è un nome che ho letto per la prima volta in un romanzo di Graham Greene, In viaggio con la zia) ma sono quasi certo che il Nostro l'abbia segnalato per puro snobismo.
    Fitzgerald è poco di fronte a Hemingway, ora come sempre.
    Il vostro blog è stata una bella scoperta, grazie per la passione che ci mettete.

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