lunedì 21 ottobre 2013

Míchail Lermontov


Míchail Jur’evič Lermontov, Un eroe del nostro tempo. (Garzanti)

Indimenticabili notti gelide del Caucaso. Forse le più belle descrizioni d’ambiente che io abbia mai letto.
Pečorin è un eroe del nostro tempo come il giocatore di Dostoevskij, un altro scazzato totale che al paragome Dean Moriarty non è nessuno. Pečorin rischia la pelle come rischia il resto, per le donne davvero e per le donne per finta.
E al di là di un discorso sulla facilità con cui rischia la vita, al di là di un discorso sui suoi spostamenti attraverso i percorsi della rivalità triangolare alla René Girard, l’essenza di Pečorin potrebbe essere proprio qui, le donne. Forse perché le donne sono il suo unico punto di intersezione con l’Altro, la sua unica possibilità di avvicinarsi a un altro essere umano in un mondo di cui non condivide né gli interessi né le aspirazioni. Così per le donne perde la testa, con le donne gioca a fingere di essere uno di questo mondo che  per lui è incomprensibile, si ferma a metà strada tra l’amore e il riposo dell’anima.
Attraverso le donne Pečorin si guarda addosso, si ferma a pensare a sé. Forse non è un caso che la narrazione sia condotta secondo una struttura particolarmente complessa, dove all’inizio c’è un ufficiale che l’ha conosciuto e parla di lui, e poi si passa al contenuto dei suoi quaderni di memorie. Già all’inizio dell’Ottocento l’individuo si confonde con il testo, a segnalare la pienezza e l'inizio della crisi di quella che Marshall McLuhan in La galassia Gutenberg chiamerà l’Epoca Tipografica.
Manca poco all'invenzione del telegrafo e all'inizio dell'epoca della simultaneità, e i parametri di tempo si sovrappongono.
Ma forse Pečorin è l'ultimo eroe dell'individualismo tipografico, l'ultimo che vive nella consapevolezza della potenza di sé contro il resto del mondo, contro tutto il resto del mondo. 
E in un certo senso Pečorin è stato un eroe del tempo di Lermontov, ed è un eroe anche del nostro tempo. (moll)




Il paradosso divertente degli uomini d’azione è che devono continuamente sopportare lunghi periodi di inattività che non sanno con cosa riempire, non possedendo le risorse di una mente avventurosa. (Vladimir Nabokov, Fuoco pallido)

1 commento:

  1. Ho amato questo furioso, nichilista Lermontov. Splendido romanzo moderno, da fare un baffo alla Beat Generation.

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