lunedì 30 gennaio 2012

Helen Humphreys

Helen Humphreys, La verità, soltanto la verità. (Playground)
Helen Humphreys ha scritto un romanzo grandioso su una cosa che di grandioso non ha proprio niente, cioè su un amore infelice e che non arriva nemmeno mai alla gioia di un’intera giornata e di una notte passate insieme.
Se poi il grandioso non è proprio questo.
In un romanzo che si costruisce stilisticamente nei racconti in prima persona, con frasi brevi, nette e affilate, e che scandiscono i fatti senza mai contornarli in completamenti risolutivi.
Cosa ci può essere di più grande e di più intenso, nella vita di una persona, se questa vita è percorsa dalla forza di un sentimento che non riesce mai a esprimersi fino in fondo, e rimane sempre in tensione senza trovare il punto finale della completezza.
Forse l’amore facile non esiste. O forse l’amore facile, l’amore non contrastato non è amore.
C’è un amore facile, che è quello che si sviluppa nella semplicità festosa della vita quotidiana, nei sorrisi dei bambini, nei gesti ripetuti e prevedibili della coniugalità felice, ma forse questo non è nemmeno amore, è una cosa bellissima, forse è la cosa più bella della vita, ma forse non è amore. O è un’altra specie di amore.
E poi La verità, soltanto la verità è un libro sul dolore e sulla morte. Sulla semplice brutalità del dolore e sulla sorpresa che è sempre la morte di chi ci è caro. Ed è un libro sul ricordo.
Su quei momenti di angoscia in cui si va in giro a guardare i luoghi dei pezzi dispersi della propria esistenza.
Su quella parte finale della vita in cui si tirano le somme, e non si sa mai se abbiamo finito in perdita o in guadagno. Cioè non si può mai sapere, né mentre si vive un giorno dopo l’altro né quando si passano in rassegna i ricordi, non si può mai sapere cosa abbiamo guadagnato e cosa abbiamo perduto. Perché da ogni perdita in fondo è venuto un guadagno, e ogni guadagno è stato pagato con tante perdite.
Forse l’importante è solo non chiudere in pari. (bamborino)
A pag. 99 c’è un bruttissimo indicativo sa al posto del congiuntivo sappia, a pag. 105 c’è un vistoso errore di giustificazione o come si chiama l’incolonnamento delle righe, a pag. 125 c’è decade invece di decennio, vedi Devoto-Oli che in italiano decade vuol dire dieci giorni e traduce malissimo l’inglese decade che vuol dire decennio, a pag. 187 cose invece di cosa, a pag. 231 c’è delle invece di alle, o manca una a.
Ma a parte questo, i libri di Playground io li comprerei tutti, hanno delle copertine bellissime e un formato meraviglioso e una morbidezza inarrivabile che stanno aperti da soli senza fatica e una carta non bianca che è un piacere continuo vedere e toccare.



There is nothing like a cheerful mind for keeping the body in health. (Anne Brontë, Agnes Grey)

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