domenica 29 gennaio 2012

Adolfo Bioy Casares

Adolfo Bioy Casares, Diario della Guerra al Maiale. (Cavallo di Ferro)
I maiali da ammazzare sono i vecchi, e non è la prima volta che salta fuori questa storia, perché si può dire quel che si vuole, ma di vecchi ce n’è sempre di più, e con buona pace dei coglioni che dicono che i vecchi sono una risorsa, una risorsa in che senso, o quegli altri poveretti che io da quando sono nonna sono rinata a vita nuova o che da quando sono in pensione mi sono venuti un sacco di interessi, invece la vecchiaia come dice Cormac McCarthy che ha settantaquattro anni, la vecchiaia fa schifo e ha l’unico vantaggio di durar poco, anche se adesso crepare in pace e in fretta è sempre meno facile.
Comunque qui siamo a Buenos Aires e Adolfo Bioy Casares è uno che guarda molto avanti, così già in quest’opera del 1959 i giovani si mettono ad ammazzare i vecchi, uno qua e uno là, anche per la strada a bastonate.
Bel romanzo di ritmi morbidi di colori tenui e di mezze luci, che si muove nel cortile di una casa popolare e nelle strade lì intorno, con i morti ammazzati che cospargono una quotidianità che sembra rimanere tranquilla mentre la tragedia cresce lentamente e non si sa come andrà a finire tutta la storia, cioè se i vecchi un po’ alla volta saranno sterminati, o se saranno i vecchi a sterminare i giovani.
Si sa solo che vecchi o giovani, non si va comunque da nessuna parte e che il protagonista, che è vecchio ma non decrepito, si mette con una giovane e non è una cosa di soldi perché lui è povero, e anche questa storia non è la prima volta che salta fuori, vedi anche il famoso film di Chabrol, e un motivo ci dovrà essere. Provare per credere. (moll)





Tutti questi discorsi sulla decadenza della gioventù mi fanno una strana impressione, come se ascoltassi involontariamente una maldicenza su mia figlia. Mi dà fastidio che tali accuse siano così superficiali e rispolverino luoghi comuni triti e ritriti come decadenza, mancanza di ideali, i bei tempi andati. Ogni accusa, anche se pronunciata in un ambiente salottiero, deve essere formulata con la maggior precisione possibile, altrimenti non è un’accusa, ma una vuota calunnia, indegna di persone per bene. (Anton Čechov, Una storia noiosa)

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