Mario Vargas Llosa, La casa verde. (Einaudi)
La polvere l’acqua il fango la città il fiume le donne i coltelli la foresta gli animali gli uomini rumori odori profumi silenzi musica la notte il giorno gente che canta gente che parla le strade la giungla tutti insieme e tutti da soli camminare correre a piedi a cavallo sulle barche scappare fermarsi mangiare dormire svegliarsi il caldo il freddo adesso poco prima vent’anni dopo e trent’anni fa sangue pelle legno ferro ridere urlare piangere ragazzi adulti vecchi bambini il convento la chiesa l’osteria il bordello la casa il letto la capanna il lenzuolo la mani i capelli le pietre la terra la vita e la morte.
Il tempo si apre e si richiude, le storie si incontrano e si spezzano e si mischiano, i luoghi si trasformano, le persone rotolano nelle storie nei tempi e nei luoghi. E la densità è tale da lasciare stremati.
La casa verde non è una lettura facile e parlarne è quasi impossibile, ma quando la carta stampata diventa un’esperienza esistenziale totale, può valere la pena di impegnarsi. (moll)
Mi pareva di non potermi lamentare di nulla di particolare nella vita, se si esclude il fatto che non riuscivo ad andare avanti.(Tobias Wolff, (Nell’esercito del faraone)
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