giovedì 3 gennaio 2013

Theodore Dreiser


Theodore Dreiser, Moriremo per questi sogni? (Mattioli 1885)

Ma che roba.
Una cosa di 56 piccole pagine di testo vero e proprio, la storia di suo fratello Paul scritta da Theodore Dreiser.
Che non è tanto una storia quanto il ricordo di una persona e un discorso, una specie di commento, sulla persona.
Con il nome di Paul Dresser, Paul Dreiser era stato l’autore americano di canzoni più famoso del suo tempo, e il fratello Theodore fa delle 56 pagine della sua storia un romanzo in piene regola. C’è dentro la famiglia, New York, l’ambiente dello spettacolo e della musica, le notti di Broadway, la vita di Paul e di Theodore, miseria, difficoltà, successo, disastri, scene indimenticabili paragonabili al Canto di Natale di Dickens, ogni cosa che si incontra e si intrica con tutto il resto.
Grandioso. Stratosferico. Veramente un’opera fuori dai limiti del descrivibile. (moll) 

Nessun refuso, ma le ultime pagine sono comicamente girate a testa in giù.
E il libro come tutti gli altri di questa collana è un gioiello, con risguardo e occhiello, e chi non sa cos’è l’occhiello può colmare con l’aiuto di Maurizio Accardi questa lacuna.
Ma sarebbe stato bello che chi ha curato il libro si fosse ricordato che se Theodore Dreiser è attualmente abbastanza ignorato in Italia, tanti anni fa, quando le cose in generale non facevano tanta pena e soprattutto non faceva tanta pena la televisione e chi la guardava, s’era fatto uno sceneggiato di grande successo con il suo capolavoro, Una tragedia americana.
E poi dopo il Natale arriva la Befana, quindi tenete presente come possibile regalo questo capolavoro, oggettino bellissimo per poco più di 10 euro.




The race is not always to the swift, nor the battle to the strong; and even if sometimes it is, you may be neither swift nor strong. (Thomas Hardy, A Few Crusted Characters )

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